Anche Fileni ha scelto di diversificare le sue fonti di finanziamento e l’8 agosto scorso ha emesso il suo primo prestito obbligazionario. L'azienda ha optato per un eurobond, un'obbligazione da 20 milioni di euro quotata alla Borsa di Vienna e sottoscritta, in qualità di anchor investor, da Cassa depositi e prestiti per 11 milioni. Il prestito ha durata di sette anni, scadenza 8 agosto 2026, con un tasso di rendimento annuale del 3,5%. L'azienda di carni bianche biologiche inoltre ha sottoscritto un finanziamento chirografario in club deal da altri 40 milioni in cinque anni con Unicredit e Mps Capital Services, l’investment bank di Monte dei Paschi di Siena. L'azienda ha dichiarato che le nuove risorse serviranno a sovvenzionare i primi due anni di un piano che dal terzo dovrebbe iniziare a dare ritorni. Il programma di investimenti prevede la chiusura del progetto di verticalizzazione zootecnica con pieno controllo e proprietà di tutta la filiera, dai mangimi per gli allevamenti alla trasformazione del prodotto e la diversificazione nel biologico per tutte le proteine animali. L'azienda ha scelto di provare una nuova forma di finanziamento per uscire dal perimetro di approvvigionamento delle banche italiane e per aprirsi a investitori stranieri anche non istituzionali. Si è così avvicinata al fondo statunitense Springrowth con cui non ha trovato un accordo sulla remunerazione dell'ultima operazione ma che rimane un potenziale partner per il futuro. Inoltre la valutazione del merito creditizio precedente all'emissione del prestito obbligazionario è stato un test per l'azienda sulla sua salute e la capacità competitiva. Fileni è il terzo produttore avicunicolo nazionale ed è primo nel comparto bio; nel 2018 ha realizzato 402,7 milioni di euro di ricavi.