Il nuovo decreto sui provvedimenti a sostegno dell'economia dovrebbe contenere anche un pacchetto di aiuti per startup, incubatori certificati e pmi innovative. La bozza, consultata dal Sole24ORE, contiene almeno dieci misure. La prima è la permanenza nel registro speciale delle imprese (che dà diritto a incentivi e semplificazioni) 12 mesi mesi in più, quindi non cinque ma sei anni dalla data di costituzione. Dalla bozza emergono poi un aumento di 150 milioni alla dote del Fondo di sostegno al venture capital del Mise, per investimenti nel capitale delle startup e per la sottoscrizione di obbligazioni convertibili o altri strumenti di debito rimborsabili; 80 milioni di finanziamenti agevolati a Smart & Start; raddoppio del credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo effettuati da startup e pmi innovative e 20 milioni per contributi a fondo perduto finalizzati all'acquisizione di servizi da parte di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angel. Sempre per quanto riguarda gli incentivi fiscali destinati a chi investe nelle imprese innovative (persone fisiche o giuridiche) si prevede per il 2020 un innalzamento dal 30 al 60% delle detrazioni/deduzioni che può arrivare al 100% se si acquisisce l'intero capitale sociale di una società. In alternativa a questo regime fiscale, gli investitori possono avere incentivi all'investimento entro i tetti del regime "de minimis" sugli aiuti di Stato. In questo caso la detrazione sarebbe del 50% per un massimo di 100mila euro con l'obbligo di mantenere l'investimento per almeno tre anni. Novità anche sul fronte dell'accesso al credito. Nel Fondo centrale di garanzia verrà riservata alle startup una quota di 200 milioni; inoltre è prevista una moratoria sui debiti. Altre novità riguardano il potenziamento del sistema "Startup Visa", per l'attrazione di investitori extra Ue, abbassando il livello minimo di investimento per accedere al visto e altre misure di supporto al trasferimento tecnologico.