Tim e Vodafone sono pronte a dare l'esclusiva a una cordata formata dal fondo francese Ardian, da Credit Agricole Assurances e Canson Capital Partners nell'ambito dell'accordo per cedere il 25% delle torri Inwit. Il valore dell'operazione, scrive il Messaggero, è pari a 2,5 miliardi. Un ammontare che valorizzerebbe la nuova Inwit – la quale racchiude le torri di telefonia mobile di Tim e Vodafone in Italia - 10 miliardi, più dell'attuale valore dell'intera Tim. Giovedì 27 febbraio il cda affronterà il dossier e analizzerà le valutazioni. I due partner di Inwit avevano deciso inizialmente di detenere il 37,5% ciascuno, poi è stata annunciata l'intenzione di vendere delle quote a uno o più partner finanziari e la partecipazione congiunta è scesa al 50,1%. La tempistica dell'operazione è ancora incerta ed è condizionata al via libera dell’Antitrust Ue. Tim e Vodafone hanno notificato la fusione proponendo una serie di azioni correttive preventive. Se l'Authority volesse fare approfondimenti, l'operazione di cessione potrebbe slittare a dopo l'estate. Intanto Tim ha un altro tavolo di trattative aperto con Kkr, pronto a prendere una quota del 30%-40% della rete secondaria, la porzione dell'infrastruttura di comunicazione per lo più in rame che collega le case con le cabine su strada. Il fondo avrebbe valutato la minoranza del business circa 2,5 miliardi di euro, per una stima totale di circa sette miliardi per la nuova società in cui dovrebbe confluire la rete di accesso ma che ancora non esiste. Questo è solo il primo di diversi quesiti aperti. Un altro nodo da sciogliere è quello dell'allocazione della quota parte di debito e di risorse umane nella nuova realtà. Tempo fa si era stimato 12 miliardi di debito e oltre 20mila persone per tutta la rete di accesso. Un altro interrogativo è la remunerazione che il fondo potrà richiedere per investire. Il private equity inoltre si è anche candidato a entrare nel polo Open Fiber. Tuttavia la societarizzazione della rete secondaria potrebbe rappresentare un freno a una eventuale fusione dato che Open Fiber sta realizzando la propria infrastruttura in fibra ottica con una tecnologia diversa da quella di Tim.