Dopo più di vent’anni si archivia la stagione dei Benetton, azionisti di riferimento della holding di controllo Atlantia: il 31 maggio i soci della holding hanno approvato la vendita dell’88,06% di Autostrade per l’Italia al consorzio guidato da Cdp, al quale partecipano anche Blackstone e Macquarie.
Come riportato da Fabio Savelli sul Corriere della Sera, anche il fondo attivista Tci (che detiene il 10% del capitale) ha votato a favore nonostante le dichiarazioni pubbliche. Lazard invece è stato l’unico tra i grandi soci istituzionali a ritenere non adeguata l’offerta da 9,1 miliardi di euro messa sul piatto.
La dismissione della società verrà formalizzata il 10 giugno, mentre la firma del contratto di vendita è prevista entro la fine del mese. Per la holding dei Benetton, Edizione, significa una valorizzazione di circa 2,4 miliardi, ma sono soldi che verranno utilizzati da Atlantia per investimenti futuri.
Atlantia ha un debito di 4,5 miliardi, e l’assegno corrisposto dagli acquirenti sarà di circa 8 miliardi: la restante parte potrebbe essere spesa per rilevare anche il 12% in mano a Silk Road ed Allianz, che sono entrate nel capitale della società nel 2017 per 1,7 miliardi. Uscendo dal capitale, dunque, registrerebbero una minusvalenza di 600 mila euro.
Cassa Depositi e Prestiti controllerà il veicolo al 51%, ma non si esclude che F2i possa rilevarne l’11% in una seconda fase. Il restante 49% sarà detenuto in quote paritetiche da Macquarie e Blackstone.