La costituzione di una rete unica in Italia resta in attesa del giudizio di Enel su Macquarie. Lo scorso 16 settembre il gruppo elettrico ha ricevuto un'offerta per il suo 50% di Open Fiber e l'ad Francesco Starace aveva fatto sapere che per analizzarla ci sarebbe voluto un mese. Il 15 ottobre c'è stato un cda di Enel ma la discussione dell'offerta non era all’ordine del giorno. Secondo quanto ricostruito da Sara Bennewitz su Repubblica, nei giorni scorsi il fondo australiano – che in Italia è attivo anche sul dossier Autostrade - avrebbe spedito a Enel un aggiornamento della precedente offerta che prevede due varianti: una in cui Macquarie si impegna a rilevare il 50% della rete in fibra, e un’altra per il 40% che lascia aperta la possibilità che la Cdp eserciti la prelazione sul 10% così da poter diventare socio di controllo al 60%. A fine agosto Tim e Cdp avevano firmato una lettera d’intenti, impegnandosi a far partire i lavori per la rete unica in fibra entro marzo ma secondo gli analisti di Equita la tempistica indicata è slittata. Enel dovrà prima decidere cosa fare della sua quota del 50% di Open Fiber. Intanto per ottobre si aspettano il completamento della valutazione degli asset da parte degli advisor nominati da Tim e Cdp.