Sono due i traguardi che il pastificio Scoiattolo si è dato per il futuro: il raddoppio della produzione e una accelerazione dell'export che tra un paio di anni dovrebbe passare dall'attuale 65% all'80%. Più a stretto giro la pmi varesina si è posta l'obiettivo di arrivare a una quota del 2,5% nel segmento della pasta fresca in Italia e diventare così il terzo brand, dietro Rana e Fini. Nel 2019 il fatturato è stato di 34,5 milioni e il budget 2020 è di 40,5 milioni. Il prossimo anno inizieranno i lavori per la realizzazione di un nuovo stabilimento e questo dovrebbe dare un'ulteriore spinta ai ricavi che dovrebbero raggiungere i 45 milioni. L'impianto ospiterà nuovi spazi produttivi e le celle frigorifere del polo logistico che oggi è esternalizzato. Così la produzione di pasta fresca e ripiena dovrebbe passare dalle attuali 70 tonnellate al giorno (realizzate con nove linee produttive) a circa 140. Sul fronte dell'export l'azienda opera sia con il proprio marchio con cui è presente nei supermercati Costco Wholesale negli Usa e da Sainsbury's nel Regno Unito sia con i marchi dei distributori. Oggi il peso dei clienti private label – che sono sparsi tra Spagna, Francia, Germania, Danimarca e Repubblica Ceca – è arrivato all'80% dei ricavi. Mentre la restante parte dei volumi di pasta Scoiattolo finisce sugli scaffali delle insegne italiane. Il pastificio è oggi guidato dalla terza generazione delle famiglie fondatrici Belletti, Guerra e Di Caro che nel 2016 hanno riacquistato il 42% detenuto da Quadrivio. Il fondo era entrato in azienda nel maggio 2012 e con il suo supporto la Scoiattolo aveva incrementato del 30% il proprio fatturato portandolo a 30 milioni di euro.