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11 Settembre 2020

L'acquisizione di Tiffany non ci sarà

Il governo francese ha richiesto il rinvio del merger. La battaglia legale intanto è già partita

L'accordo da 16,2 miliardi di dollari tra Lvmh e Tiffany and Co, il più grande nella storia del lusso, potrebbe essere al capolinea. Dopo un susseguirsi di eventi che hanno indebolito l'operazione di acquisizione, il consiglio di amministrazione di Lvmh si è riunito per studiare la situazione d'investimento alla luce dei recenti sviluppi. Quindi ha annunciato che l'accordo previsto non ci sarà, almeno per come si sono messe le cose ora. Lvmh ha citato una richiesta esplicita del ministero degli Esteri francese di rinviare l'operazione all'anno prossimo a causa delle incognite sui dazi contro i prodotti europei che Washington potrebbe imporre dal 6 gennaio. Il presidente Trump vuole, infatti, imporre dazi anche sui beni di lusso made in France come ritorsione alla tassa sui servizi digitali di Parigi. La contesa si è spostata sul piano legale. Tiffany ha risposto alla comunicazione citando Lvmh davanti al tribunale del Delaware perché rispetti gli obblighi contrattuali. A un giorno di distanza Lvmh ha risposto con la stessa moneta, facendo a sua volta causa a Tiffany, sempre in Delaware. Il gruppo francese ha accusato Lvmh di sfruttare indebitamente, accanto alle tensioni nell'interscambio, anche la crisi da coronavirus e il clima di proteste sociali negli Stati Uniti per ritrattare gli impegni. Inoltre, rincara, la richiesta del governo francese non è che un espediente. Al 24 agosto (data iniziale di chiusura dell’operazione) Lvmh non aveva presentato istanza di approvazione antitrust in tre delle giurisdizioni richieste. Nonostante la proroga di tre mesi, Lvmh — prosegue Tiffany — non ha ancora presentato richieste formali di approvazione antitrust nell’Unione europea o a Taiwan, mentre le domande sono in sospeso in Giappone e Messico. Dal canto suo il gruppo transalpino nei documenti depositati in tribunale si dice sorpreso per l'azione legale di Tiffany, definendo le accuse infondate. Il board della società francese ha esaminato l'attuale situazione economica e finanziaria di Tiffany giudicando i risultati del primo semestre e l'outlook per l'anno molto deludenti e significativamente inferiori a quelli dei brand paragonabili già posseduti. Alla luce di numeri del genere, Lvmh sarebbe chiamata a dovere gestire la crisi e la cattiva gestione del management e del cda di Tiffany. Per questo motivo, secondo Lvmh, non sono rispettate le condizioni necessarie previste dall'accordo di acquisizione. Il conglomerato del lusso aveva annunciato l'intenzione di acquistare la gioielleria statunitense nel novembre 2019. La data per completare l'operazione era già slittata di tre mesi, da giugno a novembre. In precedenza inoltre Lvmh aveva tentato di rinegoziare al ribasso il prezzo pattuito. Le vendite globali di Tiffany sono diminuite del 29% nel trimestre a fine luglio, dopo un calo del 45% nei tre mesi precedenti.

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