Il mercato cinese dell’innovazione è in forte crescita: in
meno di due anni, come scrive Il Sole 24 Ore, sono stati avviati oltre 1.500
incubatori e sono cresciuti gli investimenti dei venture capital. Questo boom è
dovuto a un Paese non vuole più essere troppo legato alla crescita industriale e
cerca così nuove vie di fuga per mantenere alti i livelli del pil. Nel 2016, il
primo semestre ha chiuso con un investimento totale dei fondi di venture
capital pari a 27 miliardi di dollari; queste risorse sono andate a pmi
tecnologiche e digitali. La raccolta dei fondi sostenuti dal Governo ha
raggiunto addirittura i 330 miliardi di dollari, erano stati 231 nel 2015. Ed è
proprio il Governo cinese che in questi ultimi due anni ha investito per
permettere la nascita di 1.600 piattaforme hi tech allo scopo di far nascere
nuove aziende. I cinesi però non si limitano a far nascere e crescere le loro
società nostrane ma guardano anche agli altri Paese come l’Italia dove startup
del food, fashion, robotica, intelligenza artificiale e realtà virtuale hanno
attirato l’attenzione degli. Gli unici limiti, ancora oggi evidenti, verso un
Paese che punta così tanto all’innovazione sono la lingua e l regolamentazione
legati anche alla proprietà intellettuale.