La Bundesliga, almeno per ora, ha detto no ai fondi di investimento dopo che l’assemblea della Deutsche Fussball Liga ha valutato le offerte di alcuni investitori per il 25% di una media company controllata dalla stessa lega.
Tra i nomi che nell’ultimo anno e mezzo avrebbero, secondo indiscrezioni, avuto contatti con la lega calcistica tedesca figurano Kkr, Bridgepoint e Cvc Capital Partners. Quest’ultimo era presente anche nelle trattative con la Lega Serie A, insieme ad Advent e Fsi.
L’obiettivo era quello di rilevare il 25% della futura media company per mezzo miliardo di euro, portando così il valore dei diritti televisivi della Bundesliga a 2 miliardi. Per dare il via libera all’accordo era necessaria una maggioranza pari ai due terzi dei componenti dell’assemblea, che però non è stata raggiunta.
A influire sul giudizio negativo, oltre alle considerazioni economiche, avrebbero pesato preoccupazioni di governance: dato il particolare periodo storico, secondo alcune società questa situazione comportava il rischio di svendere i diritti tv sottovalutandone le prospettive di crescita. I presidenti, dal canto loro, temevano un’eccessiva ingerenza dei fondi nella gestione sportiva e commerciale del calcio tedesco.
Le obiezioni avanzate in Germania sono quasi identiche a quelle avanzate da alcuni club italiani con riferimento all’ingresso dei fondi nella media company di Serie A: nel caso nostrano erano stati proposti 1,7 miliardi per il 10% della media company, ma le trattative sembrano essere da tempo in fase di stallo.