L'offerta vincolante di Kkr a Tim dovrebbe arrivare con tutta probabilità entro fine mese, in tempo utile per il cda del 4 agosto. A quel punto il consiglio dovrà decidere se accettare o meno l'offerta e poi la parola passerà al comitato del golden power dato che si tratta di una rete di tlc a copertura nazionale. La proposta del fondo riguarda la rete secondaria di Tim che va dalla centralina fin dentro le case dei clienti ed è quasi tutta in rame. L'investimento dovrebbe essere fatto in una società ad hoc ancora da costituire e dove confluirà la rete. Kkr entrerebbe con una quota del 40%-42% per una valutazione dell'asset di almeno 7,5 miliardi, di cui 4,2 miliardi di capitale e il resto di debito. L'incasso per Tim sarebbe di 1,7 miliardi. Inoltre l'ex monopolista manterrebbe il controllo e la gestione del bene e avrebbe un partner finanziario per sostenere gli investimenti per l'ammodernamento della rete. L'operazione dovrebbe assicurare al fondo Usa un rendimento medio annuo del 9% per 15 anni, sostituendo il rame con la fibra. Kkr durante il periodo di esclusiva ha completato la due diligence e definito l'impianto dei contratti. Ci sono alcuni punti, come la valutazione, ancora da finire ma in generale – dice Antonella Olivieri sul Sole24ORE - non ci sono grandi nodi da sciogliere. Le istituzioni intanto premono per un’integrazione con Open Fiber e se il matrimonio con Kkr alla fine vedesse la luce, poi si potrebbe riprendere in mano il dossier della rete unica in fibra. Di fatto è un'operazione altra, che rischierebbe di dovere modificare il progetto di base di Tim-Kkr ma un'alleanza farebbe comodo anche al fondo. Perché un conto è avere un concorrente, un altro è non averlo. Proprio per quanto riguarda la rivale Open Fiber, Enel un mese fa è stata contattata da Macquarie (link2) per la cessione della sua quota nell'azienda.