Il fondo di private equity Kkr sarebbe pronto ad affiancare la compagnia telefonica italiana Tim per una partnership che potrebbe arrivare in futuro fino all'acquisto di Open Fiber. Prima di Natale l'ad Luigi Gubitosi aveva chiesto a una rosa di dodici fondi internazionali, tra cui Kkr, di fargli la propria miglior offerta per investire nella sola rete di accesso di Telecom. I fondi, scrive Sara Bennewitz su Repubblica, starebbero ancora studiando l’operazione, ma a quanto pare il private equity Kkr proporrebbe una valutazione di circa sette miliardi. L'offerta riguarderebbe un pezzo di rete definita "secondaria", in parte in fibra ma lo più in rame in rame che collega le case con le cabine su strada. È il cosiddetto "ultimo miglio", il più costoso da posare. Tale valutazione della sola rete secondaria  - sottolinea Repubblica - da una parte farebbe emergere valore e dall’altra darebbe alla società le risorse per sostituire il rame con la fibra, soprattutto nelle città di medie dimensioni, dove c’è un unico operatore di rete, non ancora cablate da Open Fiber. L'offerta molto probabilmente sarà non vincolante e riguarderà la quota di minoranza di una società che al momento non esiste ma in cui verrebbe convogliata la rete secondaria. Il cda di Tim per visionarla è convocato per il 10 marzo. Forte una maggiore flessibilità finanziaria, in seguito Tim potrebbe tornare al tavolo delle trattative per Open Fiber, oggi detenuta da Enel e Cdp. La telco punta a unificare le reti delle due società ma il progetto sembra farsi più lontano. Come sottolinea Antonella Olivieri sul Sole24ORE, ancora nessuna offerta è arrivata sul tavolo per il 50% di Open Fiber detenuto dall’Enel, né risulta che Cdp abbia intenzione di cedere il suo 50%.