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2 Giugno 2020

I tessuti anti-coronavirus

Dopo il lockdown, i vestiti possono aiutarci a convivere con il virus

Il tema della salute e della protezione da virus e batteri è entrato tra le priorità anche degli operatori del tessile italiano. Già nel periodo di lockdown per esempio alcune pmi della moda coordinate da Confindustria Moda, Cna Federmoda e PwC avevano riconvertito la loro produzione e si erano mosse per fornire tessuto-non-tessuto e confezionare mascherine che scarseggiavano. Oggi la palla passa alla ricerca con aziende e brand di moda che hanno studiato prodotti realizzati con filati antibatterici o “schermature” per virus e microbi. Pompea per esempio ha lanciato un kit di mascherine realizzate con il filato batteriostatico Q-Skin del gruppo svizzero Heiq. Diesel invece ha creato una capsule collection di capi con una barriera antimicrobica che si chiama Diesel Upfreshing. Il marchio Esemplare della torinese Pattern ha lanciato invece la tecnologia ‘Breath-In’ con cui ha realizzato una collezione di abbigliamento funzionale per vivere la città in sicurezza. Si tratta di capi, che saranno messi in vendita dal 20 giugno, confezoinati con materiale certificato per le proprietà antibatteriche, efficace contro smog, fumo, polline e acari. A monte della filiera il Cotonificio Albini - realtà industriale della bergamasca Valle Seriana, tra i centri più duramente colpiti dal virus – ha lanciato Viroformula: un procedimento industriale che genera sui tessuti un effetto antivirale e antibatterico. La novità è l'impiego sui capi della tecnologia Viroblock, ideata da Heiq e utilizzata anche da Pompea per il suo kit di mascherine. Il prodotto impedisce ai tessuti di diventare una superficie ospite per la diffusione di virus e batteri nocivi grazie a un sistema che li blocca. Il trattamento resiste a 30 lavaggi, ma l'azienda è al lavoro sulla possibilità di far trattare il capo più volte direttamente dal consumatore finale. Anche Marzotto, sempre in collaborazione con una realtà europea (la svedese Polygiene, in questo caso) ha studiato un trattamento che non solo proteggesse ma anche inibisse il virus. Così è nato Viraloff che, applicato nella fase di finissaggio, riduce, in circa due ore, l’attività dei virus sui tessuti.

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