Passato un po' in sordina per via degli stravolgimenti politici tuttora in corso, è stata elaborata dal ministero dello Sviluppo economico la Strategia italiana per l’Intelligenza artificiale: si tratta delle prime linee guida del nostro Paese per affrontare la rivoluzione tecnologica che l'Ai comporta e che dovrebbero orientare il dibattito sulla futura politica industriale. Il piano è stato redatto sulla base delle proposte di un gruppo di 30 esperti e prevede prima di tutto uno stanziamento in denaro: investimenti pubblici per un miliardo entro il 2025, che dovrebbero poi attirare altrettanti capitali privati. Sette sono i settori di intervento, ovvero industria e manifattura, agroalimentare, turismo e cultura, infrastrutture e reti energetiche, salute e previdenza sociale, città e mobilità intelligenti, pubblica amministrazione. Nel rapporto ogni proposta considera gli aspetti etici e democratici dell’intelligenza artificiale e le implicazioni economiche e di gestione di questa sulla macchina pubblica. Il documento resta in consultazione fino al 13 settembre (è visionabile qui). Successivamente il piano potrà essere ufficialmente varato e inviato a Bruxelles. La necessità di redigere una strategia italiana per l'Ai nasce dalle richieste dell'Europa: Nell’aprile 2018 25 Stati europei hanno firmato una dichiarazione di cooperazione per l’Intelligenza artificiale. A dicembre dello stesso anno la Commissione ha annunciato la necessità di arrivare a investire (tra stanziamenti pubblici e privati) almeno 20 miliardi di euro nella ricerca e innovazione in ambito Ai entro il 2020 per poi continuare a impegnare la stessa somma su base annuale.