Il Mise negli ultimi giorni ha lanciato l'idea di una nuova Iri che possa andare in aiuto delle grandi aziende italiane in crisi in assenza di soluzioni del mercato. É il caso di Alitalia, ma anche dell'ex Ilva. L'idea è tutta ancora da definire ma alcuni elementi fanno pensare che questo ruolo potrebbe essere svolto da Invitalia, ridefinendone la missione istituzionale. L'Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa è controllata al 100% dal ministero dell’Economia ed è vigilata dal ministero dello Sviluppo economico. Patuanelli, dopo il giuramento da ministro, aveva accennato ai suoi collaboratori un possibile riassetto dei compiti di Invitalia ed è possibile che terrà per sé oltre alla delega per l’energia anche quella relativa all’Agenzia nazionale di sviluppo. Nel contesto economico e politico contemporaneo è difficile pensare che nasca una Iri due uguale al modello precedente, come è impensabile anche la creazione di un veicolo societario pubblico completamente nuovo. Anche Cdp per statuto faticherebbe a intervenire con delle partecipazioni statali. Ecco quindi che gli occhi di tutti si posano su Invitalia che, senza cambiare statuto, potrebbe agire attraverso operazioni di turnaround entrando nell'equity delle aziende in difficoltà. In ogni caso è probabile che lo strumento, Invitalia o chi per esso, adotti questo tipo di approccio: accompagnare gli investitori privati, in alcuni settori ritenuti strategici per la manifattura, per un periodo massimo, dopodiché chiudere l’investimento pubblico. È attesa per oggi la nomina dei vertici dell'Agenzia al Consiglio dei ministri. Dopo un mese di stallo, Arcuri dovrebbe essere riconfermato amministratore delegato mentre la carica di presidente andrà a Andrea Viero.