Il team di ricerca Social Innovation Monitor, in capo al Politecnico di Torino, ha presentato un report sull’impatto degli incubatori e degli acceleratori d’impresa italiani. Emerge così una rete di circa 200 enti concentrati soprattutto nelle regioni del nord (Lombardia ed Emilia Romagna) che però, a causa del Covid-19 rischiano di restare senza liquidità. La realtà fino all'anno scorso era in espansione con ricavi stimati in circa 400 milioni, per un quarto derivanti dall’affitto degli spazi a startup e innovatori. Questo anello del sistema, cioè le entrate degli affitti, però ha registrato i contraccolpi maggiori della pandemia e ora fatica a rimettersi in moto. Un'altra quota del 24,4% dei ricavi della filiera proviene dalla gestione di servizi destinati alle aziende incubate e agli imprenditori. Questo segmento non si è fermato del tutto ma ha rallentato. Negli incubatori si è continuato a lavorare, ma il flusso di servizi ne ha risentito. Secondo il report, in Italia, in media, è presente un incubatore ogni 1,533 chilometri quadrati e 306,394 persone. Se Lombardia ed Emilia Romagna sono le due regioni con la concentrazione più alta ed è presente una di queste strutture rispettivamente ogni 459 e 898 km2, l’area con la minore densità è la Calabria (dove c'è un incubatore ogni 7,611 km2 e 974mila persone circa). Il più grande incubatore in Italia è Digital Magics e opera nel digitale, cioè il settore di specializzazione più diffuso tra gli incubatori e acceleratori seguito da ambiente ed energie rinnovabili e health, biotech e life science. Per quanto riguarda il business model, il 55% degli incubatori o acceleratori d’impresa ha degli accordi di collaborazione con investitori formali, mentre il 57% ha accordi con aziende corporate. Dei quasi 200 incubatori e acceleratori d’impresa presenti in Italia, 27 sono universitari (il 14% sul totale). Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di strutture private, accanto a incubatori corporate puri, come le realtà che fanno capo a Iren, Enel o Tim Ventures. Il team di ricerca che ha lavorato a questo report nei prossimi mesi presenterà anche i risultati delle analisi svolte sugli ecosistemi degli incubatori/acceleratori di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna.