Si è parlato di finanziamento per piccole e medie imprese tramite private capital nell’incontro svoltosi online martedì 20 ottobre dal titolo “Eltif e imprese non quotate. Il risparmio privato a sostegno dell’economia reale”. Il webinar - organizzato da AIFI in collaborazione con Anthilia Capital Partners, Banca Generali, Equita Capital, Hedge Invest e Muzinich & Co – è stato introdotto dal presidente di AIFI Innocenzo Cipolletta che ha spiegato come per allargare le opportunità di investimento al mondo dei piccoli risparmiatori siano state attivate diverse opportunità tra cui i Pir alternativi che poi hanno portato alla costituzione di Eltif. Si tratta di strumenti che in altri Paesi sono ben avviati ma anche in Italia stanno cominciando a essere più diffusi. AIFI in questo senso sta lavorando con le autorità per renderli il più possibile agili perché, come ha spiegato Cipolletta: “la speranza è che diventino uno strumento diffuso di finanziamento che da una parte soddisfi le esigenze degli investitori di vedere il proprio risparmio tutelato e adeguatamente remunerato e dall'altra dia la possibilità per le piccole e medie imprese di avere capitale di crescita che consenta loro di raggiungere dimensioni maggiori”. La parola è poi passata a Ilario Scafati, responsabile della Fiscalità Finanziaria nella Direzione Legislazione Tributaria e Federalismo Fiscale del dipartimento delle Finanze, che ha cercato di ripercorrere l’evoluzione dei Pir da quando in Italia è stata introdotta la normativa a loro dedicata nel 2017 e ha affrontato anche il tema della strategia del governo di allargamento della fiscalità di vantaggio per il finanziamento del sistema produttivo italiano. Un obiettivo che, ha spiegato Cipolletta, è importante dato che l’Italia è un Paese dove il risparmio è alto e che ha un patrimonio di piccole e medie imprese diffuso. E’ importante che questi due aspetti si combinino e ciò può avvenire con Pir ed Eltif. È altrettanto importante però il tema della vigilanza e così la seconda panelist a intervenire è stata Elisabetta Leboroni Pierozzi, responsabile divisione Risparmio Gestito e Servizi di Investimento | Servizio Sif - Banca d’Italia che ha parlato di Eltif nell’ottica del supervisore dando anche delle raccomandazioni. L’intervento successivo è stato di Andrea Turi, responsabile dell’ufficio vigilanza sgr e oirc della Consob che ha notato come l’occasione di confronto organizzata da Aifi è arrivata all'indomani della pubblicazione da parte della Commissione europea di un documento di consultazione per la revisione del regolamento Eltif e che, in un secondo momento, ha affrontato anche il tema della quotazione degli Eltif. Antonella Massari, segretario generale della Associazione Italiana Private Banking è stata l’ultima a intervenire nella prima tavola rotonda e ha sottolineato come proprio il mondo da lei rappresentato sia un attore fondamentale per lo sviluppo del mercato degli Eltif: investitori che possono decidere di collocare parte del loro portafoglio in investimenti di lungo periodo e con un tasso di liquidità contenuto e che stanno iniziando a guardare con interesse a tali strumenti dopo anni di rendimenti negativi o nulli delle obbligazioni. La prima tavola rotonda si è conclusa con il rilievo dato a una “manovra a tenaglia” – così come definita da Scafati – per i Pir. Ovvero stimolare il mercato sia dal lato degli investitori (ovvero di coloro che devono mettere a disposizione il capitale paziente) sia da quello dell'impresa. La seconda tavola rotonda è stata moderata da Anna Gervasoni, dg AIFI, che ha per prima cosa sottolineato il ruolo della associazione nel fare formazione e educazione sul private capital tra le imprese; cercando di introdurre le aziende alla diversità dei prodotti e agli approcci degli operatori, ritagliandosi così un ruolo in quel percorso “a tenaglia”. Al secondo panel hanno partecipato alcune società associate Aifi che stanno lanciando progetti diversi a tema Eltif ma tutti accomunati dall’obiettivo di volere aiutare l’economia reale. Daniele Colantonio, partner product development di Anthilia Capital Partners, ha spiegato la scelta della sua azienda di lavorare su due fattori nel mondo Eltif e dedicare il 50% del fondo ai bond e l’altra metà alle small cap quotate. Claudia Vacanti, head of product development di Banca Generali, ha descritto il fondo Real Italy Eltif, soffermandosi sul fatto che la scelta di avere un approccio multistrategy e multigestione consenta, grazie a una componente di reddito fisso legata al private debt, di dare al cliente una prospettiva di ritorno del capitale anticipato rispetto al normale private capital. Rossano Rufini managing partner di Equita Capital nel prendere la parola ha annunciato il lancio di un fondo Eltif da 140 milioni di euro la cui commercializzazione è prevista entro la fine dell’anno e che avrà una durata di otto anni. Il 60-70% della raccolta verrà destinato a operazioni di private equity in aziende anche molto piccole. Il restante 30% andrà a small cap quotate. Filomena Cocco managing director European Marketing & Client Relations di Muzinich & Co ha parlato di Eltif dal punto di vista di un gestore. L’azienda infatti non vende direttamente alla clientela retail ma il suo prodotto è strutturato e commercializzato in partnership con private bank o management company in Europa. Proprio come avviene con Azimut con cui sta anche lavorando a un fondo Eltif Pir che investirà in rescue capital, ovvero erogherà finanza (loan e bond) ad aziende solide ma in situazione di temporanea crisi di liquidità. Marco Belletti, ceo di Azimut Libera Impresa si è ricollegato ai fondi lanciati in partnership con Muznich e ha parlato degli obiettivi del proprio gruppo: ovvero raccogliere e investire 10 miliardi in pochi anni negli asset alternativi. L’azienda oggi è già a oltre due miliardi. La mattinata si è chiusa con l’intervento di Alessandra Manuli, amministratore delegato di Hedge Invest, che ha ricordato come a giugno sia stato lanciato Hi Algebris Italia Eltif, fondo che investe almeno il 70% in società quotate e quotande con una capitalizzazione inferiore ai 500 milioni.