Private equity
17 Luglio 2020

Il ritorno dello Stato in Autostrade

Si tratta sull’ingresso anche di nuovi soci, a partire da Blackstone

Dopo una maratona notturna, all’alba di mercoledì l’accordo tra il governo Conte e i vertici di Aspi e Atlantia è stato trovato. Autostrade diventerà una public company con Cassa depositi e prestiti (che è di proprietà del Tesoro per l’82,7%) in qualità di azionista di riferimento. La revoca della concessione è stata evitata. Dopo 20 anni i Benetton usciranno progressivamente dal capitale di Aspi. Atlantia, la holding della famiglia che oggi ne possiede il 88% e scenderà al 10% circa, infatti si è detta anche disponibile a cedere tutte le sue quote. La seconda vita di Autostrade partirà con un aumento di capitale di almeno tre, quattro miliardi che farà salire Cdp al 31-33% della società - in base a una valutazione della società compresa tra 9 e 12 miliardi. Sono attesi poi nuovi ingressi nel capitale della società: si parla degli italiani Poste e F2i ma anche del fondo internazionale Blackstone. Gli investitori istituzionali, a cui andrà un'altra quota del 22% di Aspi, dovranno essere graditi e individuati da Cassa. Le risorse derivanti dall'operazione di ricapitalizzazione dovranno essere utilizzate per rafforzare Autostrade e la proprietà si è impegnata a non distribuirle in dividendi. Sia la cordata guidata da Allianz (oggi al 7% di Aspi) sia i cinesi di Silk Road (al 5%) risulteranno diluiti ma potranno nel caso risalire acquistando sul mercato. Edizione dei Benetton potrà decidere se conservare la quota rimanente dell'11%, come detto, o cederla via via sul mercato. Il passo successivo sarà la quotazione in Borsa. Altri punti del protocollo di intesa sono la riduzione dei pedaggi, l'aumento dei risarcimenti legati al crollo del ponte Morandi, l'aumento degli investimenti e la rinuncia di Aspi a tutte le cause instaurate contro il governo. Il mercato ha apprezzato l'accordo e il titolo di Atlantia in Borsa mercoledì ha guadagnato il 26,65%, registrando il favore degli investitori per la continuità aziendale e lo scongiurato fallimento. Il riassetto, compresa l'Ipo, avrà comunque tempi tecnici piuttosto lunghi: circa sei mesi nella migliore delle ipotesi e potrebbe così concludersi a inizio 2021.

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