Ogni viaggio comincia con un primo passo.
A volte penso a quante stagioni sono passate da quando ho cominciato a fare l’imprenditore, poco più che ventenne nell'impresa della mia famiglia, la Rancilio macchine per caffè di Parabiago.
Mi capita di riflettere e ricordare tutti i momenti in cui ho dovuto prendere il coraggio di ascoltare quella voce che mi diceva, e mi dice ancora oggi, che il cambiamento porta con sé la possibilità della creazione di valore. A volte non era nemmeno una voce bensì una forte sensazione istintiva, oltre che razionale.
Oggi, che facciamo una attività di investimento a largo raggio di cosiddetto “family office”, portiamo con noi i valori di tanti anni di impresa (oltre 90 nelle tre generazioni che hanno attraversato la storia dell’azienda “Rancilio”) insieme alla voglia di andare in una direzione nuova ma al tempo stesso ricordando sempre da dove si proviene.
Con la nascita della Rancilio Cube, nel 2013, abbiamo cominciato a investire in prodotti liquidi ma da subito ci è stato chiaro che, più che agli strumenti e alle forme tecniche, saremmo presto tornati alla sostanza dei progetti che via via abbiamo incontrato sulla nostra strada. Non siamo molto bravi a caratterizzare. Preferiamo la parola impresa innovativa a “start up”, la parola innovazione a “venture capital” e, senza la presunzione di sapere già, cerchiamo con curiosità e pazienza investimenti che chiamiamo “diretti” così come altri in “fondi”. Abbiamo capito più di prima quanto sia importante la fiducia che sta alla base di solide relazioni, costruendo un vasto network internazionale che ci ha permesso di arrivare ben più lontano di quanto immaginavamo all’inizio.
In breve, in questi primi sette anni di vita della Cube, sono usciti i tratti di DNA della nostra famiglia, di certo comuni a tante famiglie di imprenditori: la voglia di investire in “innovazione” con l’attrazione per un panorama non solo Italiano ma anche internazionale. D'altro canto, quello a cui Rancilio Cube ambisce è di diventare uno dei punti di riferimento nel mercato italiano per il venture capital internazionale.
Mi è stato chiesto di scrivere il mio pensiero su quale possa essere il ruolo dei “family offices” nel mercato degli investimenti di private equity e di venture capital: difficile, forse impossibile, fare il commento di una partita che si sta ancora giocando senza cadere nella retorica del concreto passaggio generazionale o del capitale di risparmio che dovrebbe essere investito a innovare. Vorrei aggiungere che, se si cerca un luogo dove uno ci si può sentire protetto e dove può esprimere sé stesso, questo non può che essere il luogo di base di una famiglia e, se esiste una declinazione “paziente” di capitale, ancora una volta non possiamo prescindere dalla forza di un sodalizio familiare.
A coloro che hanno il desiderio di guardare al futuro impiegando il proprio capitale per un profitto e per un impatto vorrei consigliare di valutare con semplicità e curiosità ciò che è nuovo, magari troveranno gli stessi valori che hanno formato la propria possibilità oggi di essere a loro volta investitori o magari dovranno continuare a ricercare partendo proprio, passo dopo passo, dall’innovazione.
Ho pensato, prima di mettermi a scrivere queste poche righe, come un viaggio cominci da un primo passo e come sia bello e gratificante pensare di averlo portato a termine, pensando a quel primo passo che, un tempo, sembrava soprattutto un gesto di coraggio.
E’ sempre il momento di quel primo passo.