Studi e approfondimenti
28 Settembre 2020

Il punto di...Francesca Natali, Managing partner, Meta Group

La manager è membro della commissione Venture Capital di AIFI

l mercato italiano dell’early stage potrebbe subire una vigorosa accelerata se si prendesse spunto da alcune esperienze d’oltralpe, il cui esempio potrebbe essere utile per migliorare le performance nostrane.

Le risorse stanziate dal Governo italiano per sostenere la ricerca, l’innovazione e la creazione di nuova impresa sono sicuramente un’ottima notizia: sarebbe tuttavia utile attirare l’attenzione anche su chi opera a valle della filiera del venture Capital, ovvero i Business Angel ed i club che li aggregano.

Il mercato dell’early stage e dell’Angel Investing è in crescita: i segnali sono interessanti e fanno ben sperare. Nel 2019 si sono registrate operazioni che hanno catalizzato € 52,7 milioni, con un deciso aumento rispetto ai 39,7 milioni del 2018 (+32,7%). (fonte Iban survey 2019). Sebbene i i segnali siano confortanti, c’è spazio per misure che possano aiutare il nostro mercato a crescere ancora di più e a colmare il divario che c’è con gli altri paesi europei.

Ma quali sono le leve su cui puntare? La presenza di un numero crescente di investitori organizzati con elevate competenze a cui si associa tuttavia l’assenza di misure e strumenti che possano mettere a fattor comune ciò che già esiste ed è disponibile sul mercato, non dovrebbero forse spingere a considerare schemi di gioco che puntino sulla collaborazione tra gli attori presenti e che vadano nella direzione dell’”aggregazione”?

Ci sono misure che avendo dimostrato di funzionare in altri mercati simili a quello italiano (Inghilterra o Francia), potrebbero essere mutuate ed adattate al contesto italiano per incrementare la quantità e la qualità dell’attività d’investimento degli operatori esistenti, magari attraendone anche di nuovi. Non si tratterebbe di inventare nulla di nuovo ma di adattare al contesto italico ciò che ha funzionato e continua funzionare altrove.

Agevolare il coinvestimento tra gli operatori del mercato significa ampliare l’offerta finanziaria complessivamente disponibile, diminuendo il rischio finanziario per gli investitori che avrebbero la capacità di costruire un portafoglio più ampio e meglio bilanciato. Promuovere il coinvestimento tra e con i business angel significa altresì riconoscere i segnali incontrovertibili che provengono dal mercato, che mostra con grande chiarezza come anche i Business Angel italiani si stiano evolvendo verso modelli più sofisticati e che oggi, ora, è il momento giusto per agevolare questa trasformazione e renderla definitiva.

Un veicolo di co-investimento “business angel-like” dovrebbe pertanto accrescere la capacità d’investimento complessiva dei co-investitori coinvolti, riducendo al tempo stesso il rischio individualmente sopportato e valorizzando il contributo personale di ciascun investitore.

La creazione di un fondo italiano di co-investimento con i business angel potrebbe sfruttare le opportunità fiscali e legali che oggi sono disponibili anche in Italia. Per trovare modelli da copiare o da adattare non bisognerebbe andare lontano.  Angel Source in Francia ha dimostrato di essere uno strumento efficace, a cui i Business Angel Francesi ricorrono da tempo per sindacare, se necessario, i propri investimenti. Anche Angel Co-Fund, nel Regno Unito, può pure essere uno schema da cui trarre ispirazione per disegnare una misura che possa finalmente aiutare i Business Angel italiani a crescere.

Il veicolo di co-investimento dovrebbe puntare alla crescita delle più promettenti startup italiane divenendo, anche un bacino da cui altri investitori, italiani e internazionali, possono attingere per traghettare le opportunità co-finanziate dal veicolo verso ulteriori traguardi.

Categoria
  • Tax&Legal
  • Real Estate
  • Eltif
  • Ipo
  • Infrastrutture
  • Corporate Venture Capital
  • Npl
  • Spac
  • News
  • Business Angels
  • M&A
  • Private debt
  • Private equity
  • Venture capital
  • Crowdfunding
  • Eventi
  • PIR
  • Startup
  • Studi e approfondimenti
  • Turnaround
  • Fintech
  • Nomine e cambi di poltrona

Iscriviti a Private Capital Today

Logo AIFI

Sede
Via Pietro Mascagni 7
20122 - Milano

Tel +39 02 7607531
Fax +39 02 76398044
info@aifi.it

C.F. 97047690157
Aut. Trib. Milano n.38 dell'8 febbraio 2016
Privacy Policy - Cookie Policy
Termini e Condizioni - Credits