Private equity
16 Novembre 2020

Il punto di...Andrea Mugnai, Managing Partner PM&Partners

Il manager è membro della Commissione Private Equity Mid Market

Il 2020 si sta rivelando un anno eccezionalmente incerto e sfidante dal punto di vista della tutela della salute pubblica, delle vite private e dell’andamento economico. Il 2021 è probabile che inizi sulla falsariga dell’anno in corso per poi, ci auguriamo, con l’inizio della Primavera, virare rapidamente verso un ritorno alla normalità. Per molte aziende, la priorità, in questi mesi, è stata la messa in sicurezza delle attività, che ha voluto dire recuperare il fatturato, mantenere i clienti, contenere i costi, proteggere il personale e, talora, tamponare la perdita di redditività garantendosi risorse finanziarie da fonti ordinarie e da quelle messe a disposizione a seguito dell’emergenza Covid. Presto arriverà il momento della ripresa e sarà importante non farsi trovare impreparati. A fronte di alcune attività economiche che hanno tratto beneficio o sono state colpite marginalmente dalla pandemia, ce ne sono molte altre che hanno subito dei contraccolpi significativi e alcune vedono a rischio la loro stessa sopravvivenza. Per tutte sarà necessario una ridefinizione delle opportunità e delle strategie di sviluppo e una rivisitazione del modello di business. Questa esigenza sarà ancor più urgente nelle aziende di piccole e medie dimensioni, di cui il nostro Paese è ricco, e dalla cui ripresa non può prescindere il recupero dell’economia nazionale. Queste aziende hanno dimostrato di avere una sorprendente capacità di reazione di fronte alle avversità e certamente  anche in questa occasione confermeranno la loro tempra. Non possiamo tuttavia trascurare che, accanto a problemi atavici di crescita dimensionale, di ricambio generazionale, di managerializzazione si affiancano nuovi temi urgenti, legati al digitale e alla sostenibilità, che richiederanno di mettere in campo degli sforzi straordinari.

In questo scenario il private equity è chiamato a svolgere, e può svolgere, un ruolo importante di accompagnamento delle imprese in questo percorso di trasformazione. Sarà essenziale la capacità dei gestori di porsi non soltanto come fornitori di capitali ma soprattutto come portatori di idee e di competenze, anche operative, per lavorare a fianco di imprenditori e manager nella realizzazione dei processi di cambiamento. Per poter cogliere al meglio questa sfida, sarà importante anche per gli operatori italiani di private equity perseguire una strategia di crescita dimensionale che li ponga nelle condizioni di meglio rispondere alla sostenuta ed articolata domanda che arriva dalle imprese e che possa agevolare un ulteriore ampliamento delle professionalità “industriali” all’interno dei team di gestione.

Un terzo attore in questo scenario è rappresentato dal mondo degli Investitori Istituzionali domestici. Solo in epoca recente questi interlocutori hanno iniziato a guardare con forte interesse al mondo degli alternativi. Questa tendenza andrebbe ulteriormente incoraggiata non soltanto nell’ottica di favorire il rendimento delle loro gestioni ma anche nella consapevolezza che l’investimento in alternativi rappresenta uno degli strumenti più efficaci per far affluire risorse finanziarie direttamente all’economia reale, rinvigorire il sistema imprenditoriale italiano, favorendo la crescita economica e, in definitiva, lo sviluppo degli stessi investitori.

Categoria
  • Tax&Legal
  • Real Estate
  • Eltif
  • Ipo
  • Infrastrutture
  • Corporate Venture Capital
  • Npl
  • Spac
  • News
  • Business Angels
  • M&A
  • Private debt
  • Private equity
  • Venture capital
  • Crowdfunding
  • Eventi
  • PIR
  • Startup
  • Studi e approfondimenti
  • Turnaround
  • Fintech
  • Nomine e cambi di poltrona

Iscriviti a Private Capital Today

Logo AIFI

Sede
Via Pietro Mascagni 7
20122 - Milano

Tel +39 02 7607531
Fax +39 02 76398044
info@aifi.it

C.F. 97047690157
Aut. Trib. Milano n.38 dell'8 febbraio 2016
Privacy Policy - Cookie Policy
Termini e Condizioni - Credits