Due investitori privati stanno prendendo in considerazione l'idea di fare un'offerta per Virgin Australia Holdings, la seconda compagnia aerea più grande del Paese dopo la Qantas. Chi siano i gruppi interessati non è dato saperlo, si sa però che uno dei due è una società di private equity. Secondo l'Australian Financial Review il secondo potenziale acquirente potrebbe essere invece una banca di investimento alleata di un investitore infrastrutturale australiano. La posizione finanziaria della compagnia aerea si sta aggravando. Virgin Australia, rimasta quasi del tutto a terra dal 25 marzo, è entrata in amministrazione volontaria dopo che il governo di Canberra ha escluso di partecipare al suo piano di salvataggio. L'azienda aveva fatto richiesta di un prestito di 1,4 miliardi di dollari per far fronte alla crisi del coronavirus ma il governo australiano ha rifiutato l'aiuto annunciando però un sostegno di circa 900 milioni per tutte le compagnie aeree locali. Virgin oggi è a corto di liquidità ma partiva già da una condizione di difficoltà finanziaria, con un debito di cinque miliardi di dollari australiani, pari a 3,17 miliardi di dollari. Ora quattro alti funzionari dello studio contabile Deloitte sono subentrati come amministratori e cercheranno di ricapitalizzare la società e trovare nuovi finanziatori. A rischio ci sono 16mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti. Il vettore australiano ha tra i suoi soci il Virgin Group di Richard Branson (in minoranza), il governo degli Emirati Arabi Uniti e la Singapore Airlines. Un'altra compagnia aerea in difficoltà che sta trattando con gli investitori è la Malaysia Airlines che ha ricevuto un'offerta da 2,5 miliardi di dollari da Golden Skies Ventures.