Private equity
3 Agosto 2020

Il nuovo piano di Carlyle per salvare Officine Maccaferri

Ahg sta correggendo alcuni punti contestati dai giudici bolognesi

Carlyle non molla il colpo su Officine Maccaferri. Dopo che il Tribunale di Bologna ha rigettato (link1) il primo piano di salvataggio, il fondo conferma il suo interesse per l'azienda e annuncia un nuovo piano entro due settimane. Carlyle e i coinvestitori, uniti nel veicolo Ad Hoc Group, lo vogliono presentare al tribunale prima delle ferie estive e a grandi linee prevede nuova finanza per 45 milioni, interessi più bassi e l'esclusione di alcune spese di consulenza dal calcolo dei costi del prestito oltre alla rinuncia ad ulteriori garanzie reali sulla holding Seci e controllate. Officine Maccaferri è la subholding della famiglia Maccaferri che raccoglie 70 aziende nel mondo, 2.800 dipendenti e genera più o meno la metà del fatturato della galassia Seci (i suoi ricavi infatti si attestano a circa 500 milioni). I giudici avevano evidenziato nel primo piano, bocciato, il rischio di penalizzare gli altri creditori. Come ricostruisce il Corriere della Sera, questo prevedeva l'erogazione di un prestito ponte da 60 milioni alla società - finita lo scorso maggio in concordato preventivo - che ora sarà ridotto a 40-45 milioni di euro per garantire la continuità aziendale più altri 10-15 milioni di liquidità che Ahg fornirà in un secondo step. Con l'abbassamento della cifra del prestito si riduce anche il tasso d’interesse che dovrebbe aggirarsi intorno all’8%. In precedenza per i 60 milioni di prestito Carlyle, come garanzia, oltre alle proprietà di Officine voleva anche le azioni di Seci. La nuova proposta modifica questo punto dato che il tribunale, con un'altra sentenza, aveva rigettato il pegno delle azioni di Seci. Il private equity ora chiede a garanzia del prestito le stesse tutele previste dalle obbligazioni. Nel capitolo dei costi poi escono anche le parcelle dei consulenti (non più a carico di Officine Maccaferri). I problemi dell'azienda derivano principalmente da un bond di quasi 200 milioni emesso nel 2017 e in scadenza l'anno prossimo, comprato per il 54% da Ahg che gioca quindi il doppio ruolo di primo bondista e primo creditore della società bolognese. Quali sono i prossimi passaggi ora? Una volta ottenuto il via libera del tribunale, il fondo chiederà l’approvazione del resto dei creditori. Le banche vedrebbero in modo positivo il piano e anche i fornitori dovrebbero dare il via libera. Seguirà l’approvazione definitiva da parte dei giudici emiliani. A quel punto Ahg verserebbe alla società altri 15 milioni. Alla fine dell'operazione a Carlyle dovrebbe andare oltre l’80% di Officine Maccaferri, la famiglia dovrebbe mantenere il 4% e il resto agli altri obbligazionisti. 

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