“Another Brick in the Wall” è il titolo scelto da PwC per il suo nuovo studio sul mercato italiano dei Non-Performing Loans. Dal report emerge che il sistema bancario sembra aver superato il momento più critico: il 2019 ha segnato il livello più basso del mercato degli ultimi tre anni e per la prima volta dal 2013 si è registrato un calo rispetto all’anno precedente. Per la precisione i volumi lordi di npe sono passati da un picco di 341 miliardi a fine 2015 a 165 miliardi a giugno 2019 e grazie alle numerose operazioni di cessione, le sofferenze si sono più che dimezzate, passando da 200 miliardi a 88 miliardi nel medesimo arco temporale mentre il 2019 si attesterà a circa 38 miliardi di transazioni. Nonostante i passi in avanti, le banche continuano ad avere obiettivi di deleveraging impegnativi. Lo stock di sofferenze e utp iscritti nei bilanci degli istituti di credito è ancora elevato e si riflette in un npe ratio aggregato pari all'8,7%, quasi tre volte superiore alla media UE. Le principali banche italiane prevedono un’ulteriore riduzione del npe ratio lordo entro due, tre anni e tale previsione potrebbe aumentare in caso di “jumbo deals”, grandi operazioni volte a dare soluzioni sistematiche al problema dello stock. Nel frattempo sempre più società di gestione di nuova costituzione si stanno specializzando nell’acquisto e nella gestione di crediti utp. Per quanto riguarda il futuro, secondo PwC, il rinnovo del sistema Gacs continuerà a favorire la vendita dei crediti inesigibili e proprio le sgr insieme alle challenger banks avranno un ruolo importante nell’estrazione di valore da questi crediti, potendo far leva sulla possibilità di erogare nuova finanza senza particolari vincoli, e disponendo delle expertise di turnaround necessarie per guidare le imprese nei percorsi di ristrutturazione, che possano condurle a preservare la continuità aziendale. Inoltre, sui 200 miliardi di npl venduti dalle banche negli ultimi cinque anni, la maggior parte deve ancora essere recuperata da operatori e investitori. Pertanto, la società di consulenza prevede che il mercato secondario possa incrementare la propria quota in termini di volumi di transazioni, ritagliandosi maggiore spazio.