La casa di moda Brooks Brothers, marchio made in Usa ma a controllo e gestione italiani, ha dichiarato bancarotta a causa della pandemia di coronavirus. Secondo fonti della stampa la catena di abbigliamento ha fatto ricorso al Chapter 11 (norma della legge fallimentare statunitense) e sta valutando le opzioni strategiche che comprendono anchr una possibile vendita. Per la società in difficoltà ci sono già dei pretendenti. Il primo è il private equity Solitaire Partners, in trattativa con il gruppo per rilevare la società. Il piano del fondo sarebbe quello di non smantellare il franchise di Brooks Brothers e continuare a produrre abiti indipendentemente da altri marchi, mantenendo intatta l'eredità e la qualità del brand. Altri acquirenti potrebbero essere Authentic Brands e Simon Property. L'azienda renderà noti ulteriori dettagli sul processo di vendita nei prossimi giorni. Brooks Brothers è stata fondata nel 1818 e ha sede a New York. Nel corso della storia con i suoi cappotti e completi ha vestito 41 dei 45 presidenti degli Stati Uniti e le sue camicie Oxford sono state tra le preferite dei finanzieri di Wall Street. La società dal 2001 fa capo a Claudio Del Vecchio (figlio del patron di Luxottica, Leonardo) ma da tempo è in crisi. Colpa dei cambiamenti nella moda, che va sempre più verso il casual, e delle vendite online. Già prima del lockdown Brooks Brothers aveva chiesto alla banca Pj Solomon di studiare nuove opzioni, come la vendita o una ristrutturazione. Mentre già l'anno scorso si vociferava di una sua possibile cessione. La pandemia ha aggravato la situazione: la crisi da coronavirus ha fatto crollare le vendite e 51 negozi hanno chiuso i battenti. Tre fabbriche entro il prossimo 15 agosto faranno la stessa fine. Sulla società infine peserebbe un debito di 600 milioni. Con i suoi oltre 500 negozi, di cui la metà negli Stati Uniti, il marchio di abbigliamento potrebbe valere circa 350 milioni di dollari. Nel 2019 il fatturato è stato di 991 milioni.