Con 3,7 miliardi di dollari raccolti, Airbnb è la maggiore Ipo statunitense dell’anno. Giovedì 10 dicembre la società californiana di affitti brevi ha fatto l'ingresso ufficiale sul Nasdaq. Il valore delle sue azioni nella prima giornata di contrattazioni è più che raddoppiato assegnando all’azienda una capitalizzazione di circa 100 miliardi. I titoli erano stati offerti al pubblico a 68 dollari nel collocamento iniziale e hanno chiuso la giornata in borsa a 145 dollari. Già il prezzo al momento dell'Ipo però era stato rivisto al rialzo rispetto a un range precedentemente deciso di 56-60 dollari. Come ha calcolato il Wall Street Journal, i numeri segnati al debutto in Borsa attribuiscono ad Airbnb un valore che supera la somma delle tre maggiori catene alberghiere americane: Marriott più Hilton più Hyatt. La quotazione per Airbnb rappresenta una rivincita dopo un anno difficile tra pandemia, lockdown e restrizioni ai viaggi in tutto il mondo. L'impatto del Covid sull'azienda è stato pesante all'inizio. Nel secondo trimestre 2020 il fatturato è sceso del 72%, le perdite sono quasi raddoppiate e i conti in rosso sono stati accompagnati da un taglio dei costi (-54% gli investimenti di marketing e il licenziamento di un quarto dell’organico). Inoltre in primavera l'azienda si è assicurata risorse di emergenza da parte di alcuni investitori. Prima ha incassato un assegno da un miliardo di dollari da Sixth Street Partners e Silver Lake e poi ha chiesto un prestito di pari entità. Con l'estate l'attività di Airbnb è ripartita, dimostrando la bontà del suo modello di business. Già alla fine del trimestre successivo, al 30 settembre, Airbnb chiudeva con 220 milioni di utile e la caduta del fatturato si era ridimensionata.