Negli scorsi giorni il consiglio d’amministrazione di Trevi si è riunito e ha approvato i bilanci relativi agli esercizi 2017 e 2018 ma con l'astensione dei consiglieri espressione della famiglia Trevisani, azionista di controllo del gruppo tramite la finanziaria Thse. Il cda ha inoltre confermato la cessione delle controllate Drillmec, Petreven e delle altre società parte della divisione oil&gas al gruppo indiano Megha Engineering & Infrastructures. La vendita fa parte del piano di rafforzamento patrimoniale e di ristrutturazione dell'indebitamento studiato dal chief restructuring officer Sergio Iasi. Il piano, oltre alla vendita delle controllate, prevede un aumento di capitale per cassa da 130 milioni, una conversione di crediti da parte delle banche creditrici fino a 310 milioni (già approvata da Cdp e dal sistema bancario) e l’allungamento del debito fino al 2024. L'approvazione dei bilanci 2017 e 2018 era un passo indispensabile per approvare la manovra ma per questo passaggio servirà una nuova riunione del cda. L'indebitamento del gruppo supera i 700 milioni di euro. Attualmente la sua ristrutturazione è sottoposta agli organi deliberanti delle 27 banche creditrici. All'interno dell'azienda di Cesena, attiva nell’ingegneria del sottosuolo, si sta consumando uno scontro tra i soci Fsi (controllata da Cdp) e fondo Polaris che detengono rispettivamente il 16,85% e il 10% del capitale e la famiglia Trevisani, socio di maggioranza. Quest'ultima nelle scorse settimane aveva richiesto la revoca del cda e la nomina dei nuovi amministratori. La mossa, che non era piaciuta alla maggioranza, alla fine non era andata in porto.