Si preannuncia un 2019 difficile per le biotecnologie cinesi che, negli ultimi anni, hanno visto una forte crescita. L'anno scorso il settore ha ricevuto investimenti in venture capital per oltre 17 miliardi di dollari che hanno portato a un aumento del 50% dello sviluppo di farmaci originali. Questo entusiasmo, lo scorso aprile, ha anche portato la borsa di Hong Kong a permettere l’ipo di società biotech in fase di ricerca, che però non hanno ancora generato profitti. Sono state sei le startup che hanno deciso di quotarsi raccogliendo più di 3 miliardi di dollari. Quest'anno invece il mercato fatica ad attirare nuovi finanziamenti ma già nel 2018 si potevano intuire le prime avvisaglie di questo rallentamento: la maggior parte dei finanziamenti infatti è arrivata nella prima metà dell'anno mentre nei sei mesi successivi gli accordi sono diminuiti di un terzo. Le cause sono diverse, ovvero: come ha spiegato al Financial Times Wang Jian, partner del fondo medtech, OrbiMed, il rallentamento dei finanziamenti nel biotech (che riflette un rallentamento più ampio nelle attività di venture capital in Cina), la guerra sino-americana (che ha poi avuto come conseguenza una stretta di Washington sugli investimenti in capitale di rischio cinese) e la questione della svalutazione dello yuan (voluta dalle autorità di Pechino per sostenere l'economia del Paese, la sua crescita e le esportazioni). Tutto questo, racconta il quotidiano economico, ha portato i fondi a chiedere alle aziende biotech di accettare condizioni meno favorevoli, vale a dire valutazioni inferiori, costi operativi più bassi e la cessione del 20% della proprietà, piuttosto che il 10% come era in precedenza.