Gli investimenti in private capital sono oggi diventati una asset class necessaria, uno dei modi migliori per diversificare e bilanciare il portafoglio. Permettono infatti un ampliamento dell’universo investibile e di allocare il capitale con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, a beneficio dei ritorni. Anche dal punto di vista delle società beneficiare degli investimenti il private capital evidenzia significativi vantaggi. Parliamo infatti di investimenti in grado di sostenere lo sviluppo e la crescita delle piccole e medie imprese – dunque la colonna portante dell’economia reale – con forme di capitale cosiddetto “paziente”, al quale l’imprenditore può fare affidamento per pianificare investimenti e progetti di lungo periodo senza l’obbligo del rimborso del capitale come accade con le fonti di finanziamento bancario.
Gli investimenti in private capital risultano peraltro particolarmente interessanti in un contesto come quello attuale, in cui i tassi di interesse sono compressi e in cui non esistono più rendimenti privi di rischio (“no more free lunches”). Grazie al premio per l’illiquidità, gli investimenti in private debt e private equity risultano più redditizi degli investimenti tradizionali. Anche in ottica di portafoglio è poi altamente raccomandabile investire in asset che riducano la correlazione con i mercati finanziari, in modo da diversificare ulteriormente il profilo di rischio. Da ultimo, gli investimenti in private capital proteggono dal rischio d’inflazione, una delle principali sfide dei prossimi anni.
Se ci focalizziamo infine sull’asset class del private equity emerge un timing di investimento ideale. Storicamente i fondi con vintage in anni recessivi hanno avuto performance in media superiori a quelli di altri periodi storici di oltre il 20%, potendo beneficare di un numero maggiore di opportunità di investimento tra cui scegliere e soprattutto di valutazioni in ingresso meno elevate. Il tutto in un contesto in cui c’è una sempre maggiore consapevolezza e propensione da parte degli imprenditori nei confronti dell’apertura del capitale a terzi. Una volta, per molti, argomento taboo.
Ricordiamo che l’Italia sarà uno dei maggiori beneficiari dei fondi Next Generation EU, le cui risorse, stimate in oltre €190 miliardi, favoriranno il rilancio economico e auspicabilmente la crescita delle piccole e medie imprese Italiane in settori strategici e strumentali per il Paese (digitalizzazione, transizione energetica, ecc.). Il bacino dal quale poter scegliere un interessante numero di aziende vincenti con le quali condividere un percorso di crescita è pertanto molto ampio.
In questo contesto sono apparsi di recente sul mercato anche nuovi strumenti volti a stimolare ulteriormente l’afflusso di risorse finanziarie verso l’economia reale, coinvolgendo anche il risparmio privato, quest’ultimo particolarmente ingente in Italia e troppo spesso dormiente sui conti correnti. Meritano una menzione i) gli European Long Term Investment Funds (o ELTIF) promossi dall’Unione Europea proprio con l’obiettivo di convogliare sia il risparmio privato che quello istituzionale verso le piccole e medie imprese europee e i grandi progetti infrastrutturali, e ii) la nascita in Italia dei PIR Alternativi i cui interessanti vantaggi fiscali hanno l’obiettivo di avvicinare l’investitore retail al mondo degli illiquidi.
La Legge di Bilancio 2021 peraltro ha ulteriormente rafforzato l’appeal dei PIR alternativi introducendo anche il riconoscimento di un credito d’imposta fino al 20% delle somme investite, a copertura delle eventuali perdite e minusvalenze derivanti dagli investimenti effettuati nei PIR Alternativi nel 2021. Tale beneficio si aggiunge quindi all’azzeramento delle imposte su capital gain, dividendi e tassa di successione.
Le iniziative regolamentari promosse vanno dunque nella giusta direzione. Un ruolo fondamentale lo avranno ora i gestori, molti dei quali stanno lanciando nuove iniziative di private capital. Anche noi di Equita Capital SGR, dopo aver promosso un secondo fondo di private debt dedicato agli investitori istituzionali, abbiamo recentemente avviato la commercializzazione di Equita Smart Capital – ELTIF, fondo d’investimento alternativo non riservato e focalizzato su una strategia di private equity che privilegerà investimenti in piccole e medie imprese italiane al fianco di validi imprenditori. Il nostro ELTIF è sottoscrivibile sia da investitori al dettaglio con un adeguato profilo finanziario – attraverso partner collocatori – che direttamente da investitori professionali.
Siamo convinti che questo sia un momento estremamente opportuno per nuovi strumenti di investimento in grado di indirizzare l’enorme e crescente risparmio disponibile con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo e la patrimonializzazione delle tante piccole e medie “multinazionali tascabili” italiane. L’effetto potenziale della canalizzazione del risparmio verso le imprese associato agli ingenti fondi Next Generation EU rappresentano un potenziale volano per l’economia che non ha mai visto uguali nella storia recente, un treno da non perdere per un’Italia finalmente forte e competitiva da lasciare in eredità ai nostri figli.