Tra i potenziali pretendenti per il business del tè di Unilever ci sono alcune delle principali società di private equity internazionali. La lista di chi sta valutando di fare un'offerta è lunga e comprende Cinven, Kkr, Bain Capital, Advent International, Blackstone Group, la società di investimento svizzera Jacobs Holding (proprietaria della compagnia dolciaria Barry Callebaut) e Clayton Dubilier & Rice. L'unità, che ha tra i suoi marchi Lipton, potrebbe valere oltre cinque miliardi di sterline ma la cifra finale dipenderà dalle attività comprese nel perimetro della cessione. Mentre alcuni dei pretendenti sono in trattative per assumere i consulenti, Unilever inizia a organizzare un'asta per la vendita e il processo dovrebbe iniziare dopo le vacanze estive. Secondo una fonte citata da Bloomberg Cinven starebbe discutendo la possibilità di fare un'offerta congiunta con l'Autorità per gli investimenti di Abu Dhabi, investitore con cui ha già collaborato per le proposte a Thyssenkrupp Elevator e a Lgc Group, società britannica di misurazione scientifica rilevata a fine dello scorso anno. Unilever è un colosso dei beni di consumo con oltre 400 brand in portafoglio, dal sapone Dove al gelato Ben & Jerry che deve rimodellare le sue operazioni per andare incontro ai nuovi gusti dei consumatori che si allontanano dai grandi marchi tradizionali. Unilever a gennaio ha dichiarato che stava iniziando fare una revisione strategica del suo business del tè che poteva tradursi in una vendita parziale o completa. La cessione potrebbe essere una delle maggiori del gruppo dopo la vendita delle sue margarine a Kkr nel 2017 per 6,825 miliardi di euro in contanti. Visto che però la transazione è solo alle battute iniziali è probabile che non tutti i fondi che adesso stanno guardando con attenzione all'asset procedano poi a fare un'offerta. Intanto la compagnia anglo-olandese ha deciso di ritirare la sua pubblicità da Facebook, Twitter e Instagram per il 2020, e aderire alla campagna di boicottaggio Stop Hate For Profit. Il movimento, che vuole combattere razzismo e violenza sui social media, negli ultimi giorni ha ricevuto l'appoggio anche di altre grandi aziende come Coca-Cola, Starbucks, Levi’s e Honda. Secondo Pathmatics Unilever ha speso in un anno oltre 11,8 milioni di dollari su Facebook solo negli Usa; la società ha spiegato questa decisione dicendo che siamo in un "periodo elettorale polarizzato" e che i marchi hanno il dovere di contribuire a costruire un ecosistema digitale affidabile e sicuro.