L'industria americana del private equity ha una nuova avversaria: è la senatrice Elisabeth Warren, tra i 12 candidati democratici in corsa per la presidenza degli Stati Uniti. In un post su Medium, la deputata del Massachussets ha esposto varie idee su come porre fine alla "stretta di mano" di Wall Street sull'economia e ha anche svelato una nuova legislazione - lo Stop Wall Street Looting Act of 2019 – che prende di mira proprio un settore molto specifico della finanza: il private equity. Tra le sue proposte di "patriottismo economico" per spingere le compagnie americane a "operare in modo più equo e concentrarsi maggiormente sugli interessi di lavoratori e consumatori" ci sarebbe quella di rendere le imprese responsabili del debito delle società in portafoglio che acquistano. Il disegno di legge propone anche di verificare il modo con cui sono gestiti i fondi di private equity (rendendo pubbliche determinate informazioni), richiede all'industria di modificare alcune delle sue pratiche commerciali più redditizie e intende offrire maggiori tutele ai lavoratori nel caso del fallimento delle aziende per cui lavorano. Come ricostruisce il Financial Times, i bassi tassi di interesse degli ultimi tempi hanno aiutato i fondi a raccogliere ingenti somme di denaro, allo stesso tempo il numero di aziende pubbliche si è ridotto. Questa convergenza mette nelle mani dei fondi maggiore potere. La Warren chiede che il private equity mostri più trasparenza nelle sue operazioni, dimostrando che è attraverso una migliore gestione aziendale da parte loro che gli investimenti arrivano a offrire risultati superiori e non attraverso la leva dell'ingegneria finanziaria. Nei giorni scorsi c'è stato il quarto dibattito tv tra i candidati democratici alle elezioni 2020 e Warren è stata attaccata dai suoi avversari anche per le sue idee economiche. In particolare la senatrice è stata criticata per avere proposto una tassa sulla ricchezza e di interrompere i monopoli della Silicon Valley.