Private equity
27 Agosto 2020

I dolori di Cerberus in Germania

Il fondo deve affrontare parecchi grattacapi con i suoi investimenti in Commerzbank e Db

Il private equity americano Cerberus è entrato nel settore bancario tedesco nel 2017 diventando uno dei principali azionisti dei due maggiori istituti del Paese. A luglio aveva acquistato il 5% di Commerzbank e allora il titolo valeva 11 euro. A novembre era stata la volta del 3% (link1) di Deutsche Bank il cui titolo alla borsa di Francoforte gravitava attorno ai 17 euro. Probabilmente l'investitore puntava a una fusione tra le due ma sicuramente non si sarebbe aspettato tre anni di difficoltà: perdite - recentemente stimate tra gli 800 e 900 milioni di dollari - risultati insoddisfacenti, la mancanza di ambizione del management (come testimonia la lettera inviata lo scorso giugno al presidente di Commerzbank Stefan Scmittmann), bassa redditività, alti costi operativi e business model obsoleti. Il Sole24ORE dedica un articolo alle tribolazioni che il fondo sta vivendo in qualità di azionista delle due banche che nel 2020 hanno dovuto anche affrontare l'emergenza coronavirus che ha portato i loro titoli a toccare i minimi storic: 5,48 euro per Deutsche Bank e 3 per Commerzbank, che tra l'altro è rimasta scottata dalla scandalo Wirecard e sconta una perdita da 175 milioni. La speranza è che essendo la Germania uno dei Paesi europei che ha gestito meglio la pandemia (grazie alla tenuta del sistema industriale, le manovre fiscali e gli investimenti del governo) le due banche possano godere di luce riflessa e riacquistare posizioni agli occhi dei grandi investitori. I loro punti di forza sono: la solidità patrimoniale, la gestione più conservativa derivata dalle ristrutturazioni, meno costi e rischi di portafoglio. Intanto i ricavi di entrambe sono saliti: quelli di Db ammontano a 6,3 miliardi (rispetto ai 6,1 attesi dagli analisti) e in Commerzbank nel secondo trimestre sono saliti a 2,3 miliardi (nello stesso periodo dell'anno scorso erano 2,1). Quest'ultima prevede di finire l'anno in rosso mentre Db punta informalmente al break even point e a distribuire dividendi a partire dal 2021. Il miglioramento della redditività e il taglio dei costi restano gli obiettivi per tutte e due - Db ha confermato il target di 19,5 miliardi quest'anno e 17 nel 2022 - ma per accontentare gli azionisti, che sono ancora in perdita, c'è molto da fare come il miglioramento di altri target. Commerzbank inoltre ha promesso che con l'arrivo del nuovo amministratore delegato la ristrutturazione sarà più ambiziosa e il mercato si aspetta 10mila dipendenti e 400 filiali in meno. Anche in questo caso per Cerberus non è un risultato del tutto soddisfacente. Il ceo e il presidente del consiglio di sorveglianza si sono dimessi il 3 luglio dopo la pressione esercitata dai grandi azionisti, a partire da Cerberus. Chi però si è insediato come presidente del Supervisory board a partire dal 3 agosto, Hans-Jörg Vetter, piace più al primo azionista della banca che è il ministero delle Finanze tedesco (15%) che al private equity, il quale avrebbe voluto avere più peso nel determinare il nome. Intanto è partita la ricerca del nuovo ad. Christian Sewing rimarrà in carica fino a dicembre se sarà necessario e anche stavolta Cerberus potrebbe non avere molta voce in capitolo. Un altro aspetto da sottolineare e a cui Cerberus dovrà rassegnarsi è che nel post pandemia le banche in Germania sono prima di tutto chiamate a mettersi a servizio della ripresa economica e dei clienti. Solo dopo verranno i guadagni per gli azionisti.

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