British Steel sarà acquisita dal gruppo cinese Jingye. La compagnia siderurgica britannica è la più grande del Paese ed è fallita lo scorso maggio. L'accordo vale 70 milioni di sterline (81,2 milioni di euro) e Jingye dovrebbe investirne oltre un miliardo nei prossimi dieci anni per fare ammodernamenti al sito, soprattutto in ottica ambientale. L'operazione dovrebbe salvare circa 20mila posti di lavoro, tra dipendenti diretti e indotto (anche in Francia e Olanda) e impedire la chiusura dello stabilimento di Scunthorpe, nel Lincolnshire. British Steel è stata messa in liquidazione obbligatoria il 22 maggio dopo tre anni di gestione affidata a Greybull Capital. Il fondo di private equity inglese acquistò l’azienda per una sterlina da Tata Steel nel 2016 ma non fece gli investimenti promessi. Dal fallimento delle trattative con i precedenti proprietari, l'azienda sta in piedi solo grazie a un finanziamento del governo britannico che anche ora dovrebbe contribuire al salvataggio attraverso garanzie sui prestiti e altri incentivi. Da agosto le discussioni sono andate avanti per qualche tempo con il gruppo turco Ataer, società controllata dal fondo pensioni dell’esercito, l’Oyak. C’era già un accordo provvisorio poi sono subentrati i cinesi con questa trattativa lampo andata a buon fine. Le acciaierie cinesi di Jingye, gruppo della provincia dello Hebei, producono già 15 milioni di tonnellate di acciaio all’anno e il piano del gruppo è quello di espandersi a livello internazionale. Il piano di Jingye in Inghilterra è di passare dalle 2,5 milioni tonnellate di acciaio prodotto annualmente a oltre tre milioni. Sarà migliorata l’efficienza del sito, ma il grosso degli investimenti sarà indirizzato a convertire l’acciaieria in un impianto “verde” dato che oggi è alimentato a carbone, materia prima inquinante ma a basso costo e abbondantissima nella zona.