La salute degli abitanti della Terra è intrinsecamente legata a quella dell’ambiente e, nonostante sia un concetto abbastanza intuitivo, solo negli ultimi tempi è entrato a far parte del dialogo ufficiale sulla salute. Lo scrive MIT Technology Review Italia.
Quando si parla di ambiente, però, generalmente si tende a pensare a ciò che ci circonda, come città, boschi, laghi e industrie. Di recente un gruppo di autorità scientifiche ha invitato a realizzare che anche gli oceani fanno parte dell’ambiente e rappresentano un elemento chiave della lotta per la salute e per il clima.
Mari ed oceani, pur nella loro natura mobile, rappresentano dei veri e propri confini politici e sono una fonte di risorse energetiche ed alimentari in costante sfruttamento.
Le acque del pianeta, però, oltre ad essere un ecosistema ricco in biodiversità stanno attraversando un periodo di estrema sofferenza, e per invertire il corso dei cambiamenti climatici è necessario affiancare un’azione di sostegno alla salute delle acque del pianeta ai progetti di ripristino del territorio nelle catene montuose e nelle foreste.
Un gruppo di ricerca interdisciplinare europeo chiamato Seas Oceans and Public Health In Europe (Sophie) sotto la direzione di ricercatori della University of Exeter ha proposto una mappa con 35 passi necessari ad avviare un’azione comune a favore della salute degli oceani.
Il documento invita pianificatori, politici e organizzazioni a comprendere e condividere la ricerca sui legami tra l'oceano e la salute umana e ad integrare questa conoscenza nelle scelte di vita quotidiana e legislativa.
Un esempio lampante del fatto che l’attenzione verso il tema sia crescente negli ultimi anni è la nascita di diverse startup attive nella salvaguardia degli oceani, come ad esempio Ocean Cleanup.