In un'intervista al Sole24ORE, Amedeo Giurazza - founder e ceo di Vertis - dà il suo parere sull'ecosistema delle startup italiane e racconta i nuovi progetti della sgr. In circa un decennio il gruppo ha investito 89 milioni di cui il 73% nel Mezzogiorno. Vertis ha 56 investimenti all'attivo, di cui 10 exit e 10 write off. Proprio il Sud rimarrà il focus di Vertis anche nel prossimo futuro. Alla giornalista Monica D'Ascenzo il manager ha dichiarato che per il momento l'attenzione è per le società già in portafoglio e da marzo i nuovi investimenti sono rallentati. Le startup, spiega, avranno più bisogno di follow on fino all'exit rispetto a prima e l'ammontare di denaro da tenere a disposizione per ogni startup sarà maggiore. Nel post-Covid però sono emersi nuovi settori di interesse, anche a seguito del cambio di abitudini delle persone durante il periodo di lockdown. Palestre online, delivery, e-learning e ecommerce si sono affermati facendo nell'arco di tre mesi i passi avanti che avrebbero fatto in 10 anni. Sul fronte operativo Vertis è pronta per fare un primo closing del Fondo Vertis Venture V scaleup a gennaio-febbraio a 50-60 milioni per poi chiudere a 100 milioni. 40 milioni di commitment ci sono già. La società oggi fa operazioni da tre milioni ma con il nuovo fondo l'impegno passerà a sette-otto milioni. Secondo Giurazza, Cdp Venture Capital contribuirà alla crescita dell'ecosistema innovativo in Italia ma servirebbe l'intervento anche di altri attori come fondi pensione, casse di previdenza, fondazioni bancarie e compagnie di assicurazione che dovrebbero investire maggiori risorse nell'asset class del venture capital. Infine, sottolinea Giurazza, ciò che manca oggi in Italia è la cultura di acquisire startup per fare innovazione e così le aziende innovative del nostro Paese finiscono per portare all'estero le loro innovazioni con l'acquisizione da parte di corporate straniere.