Va avanti il processo di vendita di Aspi voluto dalla holding Atlantia. A quanto scrive Carlo Festa sul Sole24ORE a farsi avanti con una manifestazione di interesse ora è il gruppo Astm, secondo operatore mondiale del settore controllato da Gavio e partecipato del private equity Ardian. L’obiettivo è entrare nel processo che sta portando avanti Atlantia con l’avvio di una nuova data room e che prevede l'arrivo delle offerte entro metà dicembre. Gavio, non è però l’unico nome di spicco ad avvicinarsi al dossier. Nei giorni scorsi anche Toto Holding (con Apollo) ha inoltrato la propria proposta formale e F2i, dopo un momentaneo allontanamento, sarebbe disposto a mandare la propria entro il termine del 16 dicembre. Astm è attiva, oltre che in Italia, anche in Brasile dove controlla Ecorodovias e copre in tutto 4,600 km. La società è posseduta dalla holding Nuova Argo Finanziaria, con il 41,2%, che a sua volta è controllata al 60% da Aurelia (gruppo Gavio) e per la quota restante da Ardian tramite i veicoli Mercure. Su un binario parallelo procede lo scontro tra il gruppo Atlantia e il governo: gli scambi di lettere si infittiscono e l’ipotesi della revoca diventa sempre più concreta. Il titolo della società, proprietaria di Autostrade, è stato sospeso per eccesso di ribasso nel pomeriggio di giovedì 1 ottobre per via delle dichiarazioni rilasciate a mercati aperti dai ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), e Paola De Micheli (Infrastrutture e Trasporti) i quali hanno ribadito che la situazione è in fase di stallo e la revoca più probabile. Così Atlantia in serata ha presentato un esposto alla Consob e alla Commissione europea per turbativa sul titolo. Nel frattempo l'esecutivo ha deciso di concedere ad Atlantia altri 10 giorni per formulare una proposta che eviti il concretizzarsi di questo scenario (vale a dire quello della revoca) ma la società dal canto suo sottolinea la necessità di seguire una procedura trasparente e di mercato. Il 14 luglio Atlantia e il governo avevano firmato un preliminare di accordo in cui si concordava l'ingresso di Cdp in Autostrade. Poi la situazione è cambiata e nei giorni scorsi la holding della famiglia Benetton ha optato per un “dual track” per valorizzare la sua partecipazione (vendita diretta o quotazione). La scelta avrebbe indispettito il governo per cui la nuova posizione di Atlantia non è coerente con gli impegni assunti in estate. Per quanto riguarda l'asta, riferisce sempre il Sole24ORE, Atlantia ha inviato la process letter ai gruppi interessati. Cdp compresa, che però pone come condizione la manleva per partecipare a qualsiasi trattativa. Garanzie su rischi risarcitori per il crollo del Ponte Morandi comunque saranno chieste con tutta probabilità anche dagli altri partecipanti al processo competitivo. Oltre a Toto e F2i, tra loro ci sono Blackstone e Macquarie, che sono stati i primi a farsi avanti; la famiglia di costruttori Dogliani, in partnership con il fondo Circuitus; il fondo pensione olandese Pggm e l’australiana Australian Super; il fondo infrastrutturale Ifm, le americane Stone Peack e Sixt Street, oltre a fondi sovrani asiatici come Cic, Temasek e altri.