Il Gruppo Friedkin è costretto a rivedere i propri piani sul futuro dell'As Roma. L'opa lanciata il 9 ottobre s'è chiusa venerdì con scarse adesioni e l'obiettivo di arrivare alla revoca della quotazione a Piazza Affari non è stato raggiunto. L'opa era stata promossa dopo aver comprato da James Pallotta l'86,6% del capitale del club giallorosso.Il prezzo di acquisto era 0,1165 euro, inferiore ai minimi degli ultimi cinque anni del titolo, e infatti ha raccolto l'adesione solo dell'1,674% del capitale. In teoria per andare in porto l'offerta avrebbe dovuto raggiungere il 95% e questo avrebbe dato a Friedkin il diritto a comprare le azioni residue al prezzo di opa. Le strade ora sono due, scrive Il Messaggero. Riguardano l’aumento di capitale e in seconda battuta un’eventuale fusione per incorporazione del club in un’altra società non quotata del gruppo facente capo a Dan Friedkin. La situazione sarà più chiara dopo l’assemblea degli azionisti del 9 dicembre. La strada più diretta dovrebbe essere l'aumento di capitale da 210 milioni di euro che sarà deliberato in quella sede e che dovrebbe essere realizzato nel corso dell'anno prossimo. A quel punto il circa 14% dei soci che non ha voluto aderire all'opa dovrà decidere se versare circa 0,33 euro ad azione per la ricapitalizzazione o venire diluito. I conti della squadra oggi sono in rosso: -242 milioni è il patrimonio netto consolidato a giugno e 300 milioni i debiti finanziari netti.