Commonwealth Fusion Systems, spin-off del Massachussetts Institute of Technology che punta a costruire il primo impianto industriale per produrre energia dalla fusione nucleare, ha raccolto 84 milioni di dollari in un nuovo round. L'aumento di capitale è stato guidato dal fondo di Singapore Temasek e la norvegese Equinor e vede anche la partecipazione di Eni Next, il braccio di venture capital del Cane a sei zampe. La major italiana già a marzo 2018 aveva investito (link) 50 milioni di dollari nella società che nel luglio 2019 ha poi chiuso un primo round di finanziamento da 115 milioni a cui aveva preso parte anche il fondo Breakthrough Energy Ventures di Bill Gates. Il denaro del nuovo aumento di capitale verrà utilizzato per costruire una sede e un impianto di produzione. Cfs spera di mettere in piedi un reattore prototipo funzionante entro il 2025 arrivando a costruire un reattore commerciale entro i primi anni del 2030. Eni Next è la filiale dedicata a innovazione e venture capital aperta a Boston e guidata da Roberto Casula, già chief development, operations & technology officer della compagnia petrolifera italiana fino a settembre 2018. Il centro ha all'attivo due investimenti: oltre a Cfs, anche Form Energy e specializzata nello sviluppo di batterie economiche e a lunga durata per lo stoccaggio di energia. A ottobre ha aperto una filiale a Londra e dovrebbe inaugurarne un'altra nella Silicon Valley.