Il Sole24ORE sta pubblicando una serie di inchieste dedicate alla riorganizzazione delle catene di approvvigionamento dell'industria italiana. Dopo bici e farmaceutica, l'ultima puntata è dedicata ai bus elettrici e al ruolo che potrebbe giocare Enel X nella transizione verso un trasporto pubblico più verde. Proprio le esigenze di rinnovo del parco mezzi delle nostre città creerebbe l'opportunità di dare vita a un nuovo polo produttivo in Italia. Per mettere in moto la filiera della manifattura infatti serve una domanda stabile e in questo l'Italia ha grandi potenzialità. Le regole europee sul clima obbligheranno il Paese e sostituire circa 60mila bus con un'età media di 12,5 anni e l'operazione dovrebbe costare circa 20 miliardi di euro. L'Italia per ora ne stanzia cinque. 3,7 miliardi per il rinnovo del trasporto pubblico locale con mezzi green (elettrici, a metano, idrogeno) stanno per essere messi in campo dal ministero per le Infrastrutture. Un altro miliardo arriverà dal Recovery Plan. Queste risorse basteranno per sostituire 10-12mila autobus elettrici ma per completare l'obiettivo servono altri 15 miliardi e la differenza potrà essere colmata con l'intervento di un operatore privato. Enel, partecipata dallo Stato al 24%, a livello globale si è già ritagliata un ruolo e la controllata Enel X è uno dei maggiori acquirenti di bus elettrici. Oggi serve un parco di 1,400 veicoli soprattutto in Sudamerica è ha l'obiettivo di arrivare a 5mila mezzi nel 2023. L'offerta del gruppo elettrico si basa su un leasing operativo e non sull'acquisto dei veicoli da parte delle aziende di trasporto. L'azienda dà infatti la possibilità alle amministrazioni di avere subito i mezzi in cambio di un upfront iniziale seguito dalle rate. Il pacchetto è “chiavi in mano” e include servizi necessari come la realizzazione di impianti fotovoltaici in loco o l'adeguamento dei depositi oltre all'energia elettrica a un prezzo costante. Con questo sistema il gruppo sta vincendo le gare in Colombia e in Cile. Gli autobus che l'azienda oggi acquista sono cinesi: i più competitivi in termini di costo e volumi. Il Paese orientale infatti è stato il primo a investire sulle batterie e su questi veicoli ma, fa notare Enel, per produrre le carrozzerie con gli standard europei la produzione dovrebbe fare base nel Vecchio Continente e Enel X starebbe puntando affinché in Italia venga avviata la creazione di un polo nazionale che poi soddisfi anche il mercato europeo. L'azienda ha calcolato che un progetto di gestione di 100 autobus elettrici per 14 anni può creare un indotto per 37 milioni. Per 60mila autobus il valore sale a oltre due miliardi. Sia gli interlocutori istituzionali sia i costruttori di autobus italiani conoscono la proposta di Enel. Per ora il gruppo elettrico si sta muovendo con alcuni comuni attraverso partnership pubblico private e sta negoziando con municipalizzate pubbliche e aziende private del trasporto del nord Italia.