Il sogno di qualunque fondo è trovare l’azienda buona. Per buona intendo che abbia i conti in ordine, che stia crescendo, che abbia un business plan che funziona e, magari, con una governance familiare che ha già dato “spazio” a manager esterni. Un’azienda che ha una credibilità forte presso le banche ma voglia fare quel balzo in avanti, quel passo che le permetta di crescere. Dove si trovano queste aziende? Hanno dei “tracciatori” che permettano di scovarle con più facilità?
Punti di contatti classici
Per trovare aziende “buone” di norma i contatti sono sempre gli stessi: avvocati e commercialisti. Per l’imprenditore italiano l’avvocato e il commercialista sono il pane e burro. Sono i due angeli che stanno sulle spalle dell’imprenditore, il primo gli evita i problemi e gli fa da benevolo recupero crediti, il secondo lo aiuta a pagare tutte le tasse dovute. A queste due professionisti si possono aggiungere i family officer e gli immobiliaristi.
Tuttavia, questi contatti implicano, per un fondo, un discreto dispendio di tempo nel costruirli, mantenerli, gestirli. E il tempo è denaro…
Fractional executive: il nuovo fenomeno.
Da qualche anno si è affermato anche in Italia, dopo gli Usa (dove ormai la Fractional leadership, come riporta Fortune Usa, è uno standard di managerialità per aziende ogni tipo di Pmi), un nuovo tipo di managerialità consulenziale: il fractional executive. Sono manager di lungo corso che decidono di lasciare grandi aziende per portare la loro visione in medie imprese (di solito a governance familiare) e ristabilire un rapporto vita lavorativa vita familiare più equilibrato. Per approfondire meglio ho parlato con due di loro.
“Il fenomeno è piuttosto recente” mi spiega Alessandro Giudice. Fractional executive in passato, attualmente Cfo di D-Orbit. “Nella mia esperienza di Fractional ho gestito la finanza straordinaria di un’azienda quotata all’AIM, gestendone tutte le problematiche di raccolta fondi, relazione con gli stakeholder, dialogo con la governance familiare. Ovviamente ho potuto far leva, in tutte queste operazioni, sulla mia rete di contatti e relazioni di fiducia costruite nel tempo.” Chiarisce Giudice.
Quale è l’origine dei Fractional Executive? In Italia era stata nel mondo Cfo, ma di recente il settore si è allargato e ora esistono Fractional Executive con funzioni di Ceo (Amministratori Delegati), Clo (Chief Legal Officer, avvocati aziendali), Cpo (Chief Purchasing Officer, buyer) e Hr (risorse umane). Sono tutte figure considerabili come “innesti” in un’azienda: senza avere il costo di una competenza di +15 anni assumendola in pianta stabile a tempo pieno. Un vantaggio, quello del costo, che si dimostra di forte appeal per una governance aziendale di stampo familiare.
“A mio avviso il fractional executive è una figura innovativa in molte aziende a governance familiare. Non è segreto che le Pmi familiari abbiano qualche resistenza psicologica ad assumere, in pianta stabile, manager esterni. L’esperienza fractional, in tal senso, ha due forti vantaggi per le Pmi: permette loro di testare un esterno, e di contenere i costi avendo una risorsa umana più fluida. Un aspetto, quello dei costi, che s’innesta nelle dinamiche di governance familiare e nella psicologia della stessa famiglia che dirigere l’azienda: genitori, figli, eventuali passaggi generazionali etc..”. Conclude Giudice.
La figura del fractional, con una seniority di +15 anni potrebbe far pensare che i fractional non siano adatti a realtà nuove ed emergenti: aziende fortemente o completamente digitali, come e-commerce, software house etc..
“L’approccio fractional è una cosa che si porta con sé.” Mi spiega Marco Belloni, Ceo di Giglio Group Spa. “Sono entrato come fractional in differenti aziende in questi anni. Il percorso svolto mi ha permesso di comprendere le differenti necessità delle aziende. Oggi che guido una Pmi quotata in borsa risultano molto utili le mie esperienze fractional passate che mi aiutano a comprendere le diverse necessità di trasformazione digitale e commerciale di molti nostri clienti e partner, che sono spesso medie aziende a governance familiare. Il mondo dell’e-commerce e del digitale, come il Covid ci ha mostrato, non è più un’opportunità ma una necessità ed un percorso ormai obbligatorio. Tuttavia, molte Pmi familiari necessitano, come le grandi aziende, di una pluralità di competenze che permetta loro di fare quel passo in più senza investire capitali importanti, oppure sconvolgere la compagine sociale, l’organigramma e i vertici apicali della azienda. Molti fractional executive hanno una naturale formazione digitale, essendo generazioni X, e, pur svolgendo le loro mansioni di Cfo, di Ceo o Cpo possono tranquillamente integrare nei loro ruoli attitudini digitali in modo naturale. Un’esperienza poliedrica dimostrata sia da partner strategici come il Gruppo Giglio, sia dai fractional executive, può essere un grande asset per molte Pmi familiari dove le generazioni più esperte sul business non sono solitamente le più esperte sul digitale, mentre quelle più giovani ed entusiaste non ricevono piena delega al cambiamento limitate dal non aver maturato ancora sufficiente esperienza”. Conclude Belloni.
Per quanto la ricerca di aziende “buone” non sia facile, questa nuova professionalità manageriale risulta un valido “marcatore” per comprendere quali aziende hanno già fatto un salto di qualità, aprendo la loro governance familiare ad “esterni”. Il concetto di esterno, in molte Pmi italiane, è ancora visto come una sfida prima di tutto psicologica. Per un fondo che vuole investire in una Pmi, tuttavia, sapere che la governance familiare si è già timidamente aperta al mondo arruolando un Fractional, è un passaggio fondamentale che permette di risparmiare tempo, nella fase di valutazione iniziale. A questo si aggiunge che un fractional, con un percorso di +15 anni in ambito finanziario, già “parla” il linguaggio del fondo. Un altro risparmio di tempo e di soldi.
@enricoverga