Il 2018 per De Nora è stato un anno all'insegna della crescita e della diversificazione. Il gruppo, specializzato in tecnologie elettrochimiche e nelle soluzioni per il trattamento acque, nel 2018 ha avuto un giro d'affari di 462 milioni di euro, segnando un +8,7% rispetto all'anno precedente, e ha accelerato la sua diversificazione nel settore del trattamento delle acque fino a diventare un operatore dello shale gas, ovvero l'estrazione di petrolio e gas dalle rocce di scisto. La crescita di De Nora è avvenuta anche per linee esterne: nel 2015 ha rilevato Severn Trent e negli ultimi mesi a distanza ravvicinata ha acquisito Water Star nel settore elettrochimico (nel luglio 2018), Miox, ampliando il suo portafoglio di tecnologie per il trattamento delle acque, e infine Neptune Enterprises (entrambe tra febbraio e aprile di quest'anno). Con sede in Texas, Neptune è una delle società più attive nel trattamento delle acque utilizzate per l’estrazione del petrolio e dopo l'acquisizione è confluita nella newco De Nora Neptune. Dopo il riciclo dell'acqua, ora l'azienda vuole puntare sul comparto dello stoccaggio e risparmio di energia e sulla riduzione di CO2. Il private equity Blackstone è entrato nel capitale di De Nora due anni fa con il 32,95% e presto, scrive il Sole24ORE, potrebbe prepararsi a uscire dall'investimento: con l'approdo in Borsa dell'azienda o tramite la cessione della sua quota.