Il gruppo familiare italiano Angelini ha firmato un'intesa per rilevare Arvelle Therapeutics, una biotech svizzera focalizzata sui disturbi del sistema nervoso centrale. La transazione vale oltre 960 milioni di dollari (782,68 milioni di euro) e il closing è previsto entro il 4 febbraio. L’intesa prevede che siano versati 370 milioni di dollari subito, 240 milioni dopo le approvazioni regolatorie e altri 350 milioni al raggiungimento degli obiettivi di fatturato. L’acquisizione è del 100% e verrà condotta attraverso la controllata Angelini Pharma. Arvelle ha sviluppato un anti-epilettico innovativo, il Cenobamato, di cui Angelini diventerà licenziataria esclusiva per la commercializzazione in Unione europea, Svizzera e Regno Unito. Il farmaco è già stato approvato dall’Fda, l’autorità del farmaco Usa, mentre è atteso quest’anno il via libera dell’Ema, l’Agenzia Europea per i Medicinali. L'anno scorso Arvelle ha raccolto 223 milioni di dollari in fondi azionari e di debito da una serie di investitori come Life Science Partners, Novaquest, Brv Capital, Andera Partners, H.I.G. Partner Biohealth, F-Prime Capital e Kb Investment. Come scrive il Corriere della Sera, il 12% dell'azienda verrà ceduto ad Angelini Pharma dalla coreana Sk Biopharmaceuticals, che ha sviluppato il cenobamato e ne mantiene la proprietà, mentre il resto delle quote dagli altri azionisti di minoranza. L’acquisizione di Arvelle fa seguito a quella di Thermacare da Gdk per 190 milioni ma il budget a disposizione per le operazioni straordinarie non si è ancora esaurito, grazie anche a un prestito da 500 milioni con Intesa, Bnp Paribas, Crédit agricole, Mps, Banco Bpm e Popolare di Ragusa. Quello in Arvelle è l’investimento più significativo della storia di Angelini Holding, gruppo italiano arrivato oggi alla quarta generazione. I piani per Angelini Pharma sono triplicare in dieci anni il fatturato che nel 2020 è stato di un miliardo, in crescita del 13% rispetto al 2019 e per il 2022 è prevista l’apertura di nuove affiliate dirette in Francia, Regno Unito, Svizzera, Svezia, Finlandia e Danimarca, così da coprire 22 Paesi, dagli attuali 15.