La partita per Creval si è conclusa, e ad averla vinta questa volta sono stati i francesi. Dopo cinque mesi dall’Opa infatti il gruppo transalpino ha raccolto il 91,17% del capitale dell’ex popolare, che ha fatto scattare l’obbligo di acquisto delle azioni residue e che porterà, in un mese e mezzo circa, al delisting della banca target. Lo riporta Luca Davi per il Sole 24 Ore, aggiungendo che solo nella giornata del 23 aprile sono state portate in adesione all’offerta azioni pari al 41,9% del capitale, in particolare da hedge fund, Etf e dal retail. L’Opa è stata molto sofferta per l’Agricole, che ha dovuto alzare il prezzo due volte: la prima dagli iniziali 10,5 a 12,2 euro per azione, e la seconda eliminando la soglia del 90% di adesioni che vincolava il pagamento di ulteriori 0,3 euro per azione. Il risultato è prezioso perché i francesi si sono assicurati il controllo dell’assemblea straordinaria, che necessitava il superamento del 67% del capitale e che permette di procedere alla fusione per incorporazione. Agricole Italia, assistita da Jp Morgan ed Equita nell’operazione, tra un mese avrà l’obbligo di acquistare tutti i titoli eventualmente consegnati dai ritardatari al prezzo d’Opa. Una volta raggiunto il 95%, ci sarà il cambio delle azioni per chi non ha consegnato. Dopo la fusione, la cui assemblea dovrebbe avere luogo tra 6-8 mesi, il nuovo gruppo raggiungerà una quota di mercato del 5% a livello nazionale, con oltre 1.200 filiali e circa 3 milioni di clienti. I prossimi mesi saranno decisivi per capire le future mosse dell’Agricole, che nel frattempo guarda anche a Carige, impegnata da tempo nella ricerca di un nuovo partner.