Durante il roadshow organizzato da AIFI con gli investitori istituzionali, il presidente Innocenzo Cipolletta ha voluto lanciare un messaggio di fiducia per il futuro: i fondamentali dell'economia italiana restano relativamente forti e solidi, visti i livelli di risparmio del settore privato e delle famiglie e il basso indebitamento di queste. Il recupero quindi sarà più rapido rispetto alla crisi finanziaria del 2008 e anche se nel corso del 2021 l'Italia non recupererà il Pil perso quest'anno, la piena ripresa avverrà nel 2022. In questo senso il Recovery Plan europeo, ha continuato Cipolletta, potrebbe rafforzare questa capacità. Lo conferma anche il presidente di Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, che intervenendo alla web conference – intitolata 'What makes Italian private capital an attractive investment choice' - ha dichiarato che il modo in cui il Paese è entrato in questa crisi è migliore rispetto a quanto avvenuto all'epoca di Lehman Brothers. Oggi, dice, restiamo la seconda economia manifatturiera d’Europa, molto più orientata all’export, con banche maggiormente solide le cui condizioni finanziarie sono più robuste. L'appuntamento organizzato da AIFI si è tenuto pochi giorni dopo che Bruxelles ha aggiornato le stime su Pil e inflazione nella zona euro per il 2020 prevedendo per l'Italia un calo del -11,2% (una recessione quasi doppia rispetto a quella tedesca, -6,3%). Le difficoltà ci sono, soprattutto per il settore privato che sta faticando a capire quale sarà lo scenario futuro, ma allo stesso tempo ha dalla sua parte condizioni monetarie senza precedenti e che resteranno tali per molto tempo. Gorno Tempini però ha chiarito come il Paese sia complessivamente ben equipaggiato per fronteggiare questa crisi e incanalarsi verso un percorso di crescita sostenibile ed equilibrata. L'appuntamento ha messo in mostra le opportunità che il mercato italiano offre agli investitori. Anche la debolezza nella struttura di capitale delle aziende può rappresentare un'opportunità. Un aiuto al comparto industriale potrà arrivare dal settore del private equity, in costante crescita con contributi importanti da parte degli operatori esteri che dal 2015 al 2019 hanno realizzato nel nostro Paese 400 deal, per un controvalore di 22 miliardi di euro. Sul fronte del venture capital sono stati sottolineati anche gli sforzi di Cdp che si è impegnata a investire oltre un miliardo di euro in startup nei prossimi due-tre anni movimentando, grazie all'intervento dei capitali privati, un mercato di 2,5-3 miliardi di euro. Ottimisti anche gli operatori internazionali del private equity sulla capacità reattiva del paese. Francesco Pascalizi, ceo di Permira Associati, ha definito il settore della moda italiana dinamico e attrattivo, ancora capace di creare dei campioni citando i casi positivi di Moncler e Golden Goose. Filippo Penatti, managing director di Carlyle Group, ha confermato la reazione positiva dell'Italia a questa crisi spiegando anche che le imprese in portafoglio alla società sono tornate all'80% ai livelli pre-Covid.