Pechino manda un segnale di apertura agli investitori istituzionali stranieri decidendo di eliminare le restrizioni che li riguardavano sul mercato dei capitali del Paese. Questa mossa renderà più semplici i movimenti degli investitori istituzionali esteri che fino ad oggi potevano adottare due schemi di investimento, lanciati rispettivamente nel 2002 e nel 2011, che prevedevano comunque delle restrizioni alle quote. Le due procedure hanno consentito una graduale apertura del mercato ma ora vengono superate. La prima apertura risale a quasi 20 anni fa e da allora attraverso questi canali hanno operato più di 400 investitori istituzionali di 31 Paesi e regioni. Alla fine di agosto, le istituzioni straniere possedevano 111,38 miliardi di dollari nel primo programma Qfii (sigla di Qualified Foreign Institutional Investor) pari a un terzo dei 300 miliardi consentiti e 693,3 miliardi di yuan nel secondo, il Rqfii. La mossa è stata annunciata dalla Safe, la State Administration of Foreign Exchange, l'autorità regolatoria sul forex e - sottolinea una nota ufficiale - rappresenta una riforma per accelerare sull'apertura dei mercati finanziari e per venire incontro ai bisogni degli investitori stranieri che vogliono operare a Pechino.