Studi e approfondimenti
24 Giugno 2021

Cina, nucleare, perdite. Se il mondo è onesto non c’è da guadagnare nulla

Tianxia, ovvero tutto quello che accade sotto il cielo

Una doverosa premessa. L’informazione è il vero tema di questa analisi. Come essa viene acquisita, analizzata e soprattutto riportata dai media ai propri lettori/elettori (che possono influenzare i loro eletti, decisori politici).

1986 la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina brucia. Uno dei reattori, un modello piuttosto peculiare con alcune criticità, è esploso. Per chi allora era piccolosuggerisco la serie di Netflix. Certe parti sono un poco romanzate ma rende l’idea (specie il discorso di Legasov…).

2011 Uno tsunami colpisce la costa del Giappone, tra le strutture colpite (all’inizio si dirà danni lievi) c’è la centrale nucleare di  Fukushima, costruita per essere esente da rischi, stante le affermazioni dell’epoca di Tepco. Si ricordi che il Giappone siede comodamente sull’anello di fuoco del pacifico… una cintura di vulcani sottomarini attivi.

Cosa hanno in comune questi due eventi? La psicologia: individuale, di massa e la conseguente gestione delle informazioni. 

Hofstede e il nucleare 

Russia, Ucraina e Giappone (le nazioni implicate nelle due crisi) hanno in comune un punteggio di 90 di Uncertainty avoidance (usate il calcolatore del signor Hofstede per controllare i valori…). La Uncertainty avoidance è il concetto che implica una sorta di avversione nell’affrontare le cose impreviste.

Russia e Cina (ci arriviamo tra poco), entrambe nazioni provenienti da un sistema dove la gestione del potere della distanza è molto importante (per ragioni in parte culturali, in parte storiche, dati i governi collettivi che le connotano-vano) odiano non avere una soluzione al problema; ancor più importante parlando del recente caso cinese, Russia e Cina (per paragonarle) hanno entrambe un rapporto con la distanza del potere molto elevato.

Questo altro parametro viene identificato da Hofstede come un concetto che può alterare i rapporti in cui si richiede la gestione di scenari critici e la trasparenza nella comunicazione di dati vitali. Per semplificare, la distanza del potere implica una relazione tra persone di differenti poteri (il capo e un suo sottoposto) molto sbilanciata.

Per fare un esempio è estremamente plausibile che un sottoposto abbia paura di riportare al capo che ci sono dei problemi seri a cui egli non sa porre rimedio.  In Russia successe proprio questo: al netto dell’incidente iniziale, i ritardi nella gestione della crisi ( e le relazioni di distanza del potere) aggravarono l’evento. 

Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla… 

… E a volte non guadagnarci. Nel 1986 l’evento Chernobyl, ebbe una serie di ricadute in ambito di politica nazionale della Unione Sovietica (documento Cia desecretato qui), ma fu un colpo duro anche per l’industria nucleare mondiale: la percezione del rischio fu cosi violento che diverse nazioni rivalutarono la loro politica energetica nucleare, nel caso dell’Italia le centrali  vennero chiuse per sempre. La domanda per energie fossili schizzò alle stelle a seguito della crisi nucleare (si suppone che, al tempo, coloro che operavano nell’industria fossile o vi speculassero, fossero particolarmente felici per gli inaspettati eventi).

L’evento di Fukushima ha spinto la Germania a chiudere temporaneamente molti impianti e puntare all’uscita dal nucleare. C’è da ricordare che la Germania è altamente energivora e dove si rivolse per avere energia a basso costo? Ad oggi la Germania è altamente dipendente dal gas (russo in prevalenza) e carbone, e peggio ancora lignite. Anche il Phase out, accelerato dagli eventi giapponesi, prevede differenti scenari di aumento (temporaneo) della produzione energetica con carburanti fossili (pag 5).

Piccolo recap: mentre post Chernobyl molte nazioni investirono o riattivarono impianti fossili, dopo Fukushima, con un energy mix più variato rispetto al passato, a beneficiarne furono in maggioranza gli investimenti in energie verdi (solare eolico in particolare) il cui prezzo era molto vicino a quello delle energie fossili.   

L’informazione quella vera… 

Ora veniamo al caso cinese per capire cosa succede, non succede, o succede così cosi.

Il 14 giugno viene riportato che la centrale nucleare di Thaishan ha una “perfomance issues” (un termine che suona quasi innocuo). A dirlo sono i media occidentali, e la società francese che ha creato l’impianto. Mentre in Cina non si parla di perdite.

Il 16 giugno si parla apertamente di problema alle barre di carburante nei media occidentali e la Cina ammette che c’è qualche problemino.

18 giugno i giornali “di massa” occidentali, a partire da quelli inglesi cominciano a riportare la notizia, e a ricamarci intorno, che uno dei più importanti scienziati nucleari cinesi è morto… dopo aver fatto un volo di 10 piani. Capita se cammini su un edificio alto 10 piani.  

Le parti interessate alla verità 

Ogni attore direttamente, o indirettamente come gli Usa, implicato in questa crisi ha interessa a trovare la verità, soprattutto una verità che gli eviti la gogna mediatica di fronte al mondo.

EDF ha tutti gli interessi a chiarire che l’incidente non ha nulla a che fare con la partecipazione nell’impianto (suo al 30%). Perché già nel 2019, dopo ritardi e costi aumentati, ci si domandava se la tecnologia di EDF (di 3° generazione) ad acqua pressurizzata avesse un futuro, e, il caso vuole, l’analisi parlava proprio di questo impianto cinese.

Sempre nel 2019 le autorità francesi facevano gentilmente presente a EDF che questo modello di reattore doveva essere rivisto nel suo design tanto per stare sicuri. Nello stesso periodo EDF spiegava come il suo nuovo reattore fosse competitivo con le centrali a gas (leggasi, tra le righe… non usate i fossili che inquinano ma i nostri reattori che son puliti). La EDF ha differenti progetti in pipeline (uno dei più interessanti in India) e ha tutto l’interesse a dimostrare che Taishan è sicuro.

Poi abbiamo la Cina, una nazione che solo oggi, dopo due settima, ha ammesso che c’è qualche piccolo problemino. La Cina ha tutti gli interessi a dimostrare che l’impianto (posseduto in maggioranza dalla azienda statale CGN) non ha problemi. Al più se mai ve ne fossero sarebbe opportuno che non fossero cagionati dalla gestione della CGN ma da attori esterni alla Cina. 

Poi abbiamo l’America la cui stampa non perde un colpo quando c’è da parlare di nucleare altrui e relativi “warning: dalla curiosa traccia nucleare russa alle attuali perdite di Taishan (la Cnn ci è arrivata per prima).

 C’è da far soldi?

Auspicando che:

  • la psicologia del potere di distanza non abbia un effetto nefasto sulla linea delle informazioni
  • che i media di ogni nazione siano ligi al loro voto e riportino i semplici fatti senza scivolare nella creatività
  • che i singoli stati abbiano solo l’interesse di aiutarsi a vicenda per risolvere il problema senza specularci o politicizzarlo (insomma come successo durante il Covid, giusto?)
  • che le aziende private interessate riportino e mappino ogni errore (loro oppure cagionato da cattiva gestione)

Non succederà nulla di infausto. Soprattutto nulla che possa turbare i cittadini elettori la cui agitazione può spingere i decisori politici a valutare soluzioni estreme.  

Se, tuttavia, alcuni di questi soggetti o persone a loro legati, fossero come dire un poco distratti, o birbanti, dove ci sarebbe da investire, magari con approcci un poco “opportunistici”?

Se usiamo il precedente Fukushima, come “alternativa” al nucleare, le rinnovabili sembrano un opzione interessante. A questi si aggiungono gli ETS europei (che già quest’anno fan faville): nel caso qualche stato europeo valutasse di spegnere, anche temporaneamente gli impianti, gli ETS sono la prima linea di “inquinamento” su cui mettere le mani.

Se guardiamo al settore nucleare, tutta la filiera, c’è da osservare che c’è stata un poco di agitazione ma nulla di estremo(le cose estreme hanno luogo quando e Se le democrazia, opportunamente informate, si agitano). 

Ovviamente questa analisi si basa su un grande SE non auspicabile. Ma stante l’interesse e l’onesta che connota tutti gli attori in campo nel riportare le notizie in modo onesto, diretto e trasparente (a partire dagli scienziati nucleare che sfortunatamente si suicidano) probabile che Taishan sarà solo un evento minimale. Come dire molto rumore per nulla.

@enricoverga

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