Affari&Finanza, l'inserto de La Repubblica dedicato all'economia, ha stilato un profilo di Guo Guangchang, magnate cinese presidente del gruppo Fosun che con la sua holding ha investito negli ambiti più disparati e oggi è il 26esimo uomo più ricco in patria. Guo, che oggi controlla il 70% di Fosun, inizia a muovere i primi passi imprenditoriali nel 1992 fondando insieme a due compagni di università (di cui uno è tuttora suo socio) la Guangxin Technology Development, una tra le prime società che impiegava metodi scientifici per le ricerche di mercato. Fosun attualmente ha asset totali in gestione per 93 miliardi di dollari ed è la conglomerata a proprietà familiare più grande della Cina. Il gruppo investe principalmente in tre settori: benessere, gestione del risparmio e industria del divertimento. In Europa per esempio controlla l'assicuratore portoghese Fidelidade (la prima compagnia del Paese), la banca privata tedesca H&a e nel settore del turismo - o della "felicità" come viene definito dal gruppo - possiede la francese Club Med ed è azionista di Thomas Cook. A questo proposito Guo non teme la flessione dei clienti occidentali perché la loro diminuzione sarà compensata dai flussi turistici dell’Estremo Oriente, frutto dell'arricchimento della classe media. E proprio grazie a lui negli anni scorsi è nato il primo villaggio Club Med in Cina. La società di recente ha acquisito Tenax Capital, hedge fund londinese specializzato in fondi alternativi creato dall'italiano Massimo Figna. Per le imprese italiane questa acquisizione è una buona notizia perché, scrive il settimanale, testimonia la volontà di Fosun di investire nel nostro Paese e nelle sue attività fornendo capitali alternativi al credito bancario attraverso strumenti di private debt. Viaggi, assicurazioni, compagnie farmaceutiche e società di gestione del risparmio: sembrano tutti investimenti molto lontani tra loro ma fanno parte di un progetto più grande definito dal magnate stesso "ecosistema Fosun" in cui è possibile fare cross selling e dove i clienti di un business possono essere serviti anche dagli altri. In futuro l'imprenditore intende puntare sulle pmi europee, piccole imprese dinamiche che vogliono crescere ma che faticano a raccogliere risorse finanziarie.