Private equity
19 Novembre 2019

Che c'entra il fondo Carlyle con Taylor Swift?

Il private equity ha svolto un ruolo chiave nella vendita del catalogo della cantante oggi al centro delle cronache

Taylor Swift torna ad attaccare Scooter Braun ma stavolta nella disputa finisce anche Carlyle Group. La musicista, attualmente secondo Forbes la donna più pagata al mondo in ambito musicale, nei giorni scorsi ha puntato il dito contro il manager e l'ex proprietario della Big Machine Scott Borchetta. I due, secondo le accuse della cantante, non le permetterebbero di utilizzare le sue vecchie canzoni. La proprietà dei master di sei vecchi album della cantante, vale a dire le registrazioni originali, non sono di sua proprietà ma della Big Machine, l'etichetta discografica da cui lei si è staccata per passare alla Universal e che Borchetta ha venduto a Scooter Braun tempo fa. Il manager così è diventato il proprietario del catalogo musicale dei primi sei album di Taylor Swift e l'operazione è potuta avvenire grazie anche al sostegno economico di Carlyle che per l'acquisizione da parte della sua Ithaca Holdings stanziò 300 milioni di dollari. Le etichette discografiche sono investimenti interessati per le società di private equity, grazie alla natura a lungo termine dei loro rendimenti e ci sono fondi dedicati proprio alla sola gestione dei diritti musicali. A complicare la vicenda c'è una storia di dissidi di lungo corso tra Swift e Braun da lei accusato di averla bullizzata e manipolata in passato. Le prime lamentele sulla situazione attuale della cantante risalgono a luglio ma nei giorni scorsi Swift su Twitter è andata alla ricerca dell’appoggio dei fan, rivolgendosi anche a Carlyle Group chiedendo di aiutarla nel riottenere la proprietà della sua musica. Nel frattempo negli Stati Uniti non si parla d'altro. In questi giorni non solo diversi musicisti hanno preso posizione ma anche esponenti politiche come le deputate Alexandria Ocasio-Cortez e Elizabeth Warren hanno fatto dichiarazioni a sostegno di Taylor Swift.

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