Cdp inizia a tirare le somme del profondo riassetto voluto dall’amministratore delegato Fabrizio Palermo, e il 31 marzo verrà approvato il bilancio 2020. Le notizie sono positive: innanzitutto le aziende sostenute fin ad ora sono circa 100 mila, di cui il 90% Pmi, mentre nel piano industriale 2019-2021 che si chiuderà a fine anno il target da raggiungere era di 60 mila. Cdp ha segmentato le aziende in tre macrocategorie, ovvero Pmi, Midcap e large corporate, e collaborerà con il sistema bancario ed altre istituzioni finanziarie per sostenerle. Lo riporta Celestina Dominelli sul Sole 24 Ore. Per quanto riguarda le Pmi, Cdp punta su un modello operativo indiretto, strutturando nuovi prodotti di garanzia e di funding per supportarne la capacità di finanziamento, mentre per medie e grandi imprese il gruppo ha optato per l’operatività diretta, con un modello basato sulle sedi territoriali per le Midcap e per la specializzazione settoriale per le grandi aziende. I filoni sono principalmente tre, ovvero il sistema di export credit, i finanziamenti a medio termine di progetti di investimento e crescita delle aziende con durata superiore ai 60 mesi e i basket bond. Queste operazioni subiranno un’importante accelerazione durante il 2021 e sono particolarmente apprezzate al Sud, dove Cdp ha servito 42 mila aziende a fine 2020, ben sei volte il risultato dell’anno prima. Inoltre a ottobre dell’anno scorso ha lanciato due acceleratori per supportare aziende ad alto potenziale e startup italiane: si tratta di Acceleratore Imprese e di Digital Xcelerator.