Spunta l'ipotesi di un salvataggio a tre per banca Carige, dopo il passo indietro di BlackRock. I fondi Blackstone, Varde e Warburg Pincus sono sul dossier e in questo momento starebbero trattando sulla struttura finanziaria dell'intervento che dovrebbe prevedere la conversione in equity di un prestito subordinato da quasi 313 milioni da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi e il coinvolgimento della famiglia Malacalza, azionisti di riferimento dell'istituto di credito che detengono il 27,5% del capitale. Mentre Sga, controllata del Tesoro, dovrebbe acquisire i crediti deteriorati di Carige. Riunendosi in una cordata l'esborso dei fondi si ridurrebbe; rimane fermo il piano industriale proposto a febbraio dai tre commissari straordinari della banca che prevede un aumento di capitale da 630 milioni di euro. Rimangono altre due strade aperte: l'intervento pubblico e l'ingresso in campo di una banca italiana, di dimensioni simili a Carige. Repubblica, che per prima ha riportato questa notizia, ha fatto i nomi Creval, Popolare di Sondrio e Credem. Mentre il Corriere della Sera ha portato alla luce l'indiscrezione su una norma salva-Carige che prevederebbe un bonus fiscale da 700 milioni nel caso di fusione bancaria con una banca piccola. A favorire la soluzione privata è anche un emendamento della Lega al Dl Crescita, sulla conversione in credito d’imposta delle attività per imposte differite (Dta) che per Carige valgono fino a 700 milioni.