In una lettera indirizzata al Financial Times Michael Moore, direttore generale della British Private Equity and Venture Capital Association, ha parlato del ruolo dei fondi di investimento nel superamento della crisi. La missiva si riallaccia a un precedente editoriale ( “Private equity should help itself“, vale a dire “il private equity dovrebbe aiutarsi da solo”) apparso sul quotidiano il 18 agosto. Le società di private equity e le loro partecipate, scrive Moore, sono impegnate a superare la crisi del Covid-19 che per molte aziende - soprattutto nei settori della vendita al dettaglio, del tempo libero e dell'ospitalità – ha imposto come nuova prerogativa la mera sopravvivenza. Il governo va lodato per il sostegno fornito alle imprese (indipendentemente dalla loro proprietà o dalle strutture finanziarie) ma sottolinea, in generale il private equity fornisce capitale di rischio ai team di gestione, e non è, come affermato, "tutto basato sul rischio". Per creare valore i fondi puntano a una crescita delle imprese a lungo termine, attraverso un'attenta gestione e una forte governance. Le strutture scelte e adottate sono studiate per essere adeguate ed efficienti (e non tutti gli interessi deducibili dalle tasse), per incentivare la gestione e produrre rendimenti per gli azionisti. Le prestazioni degli investimenti in private equity hanno superato quelle di altre classi di attività e in questo modo gli investitori, anche britannici, sono ricompensati. Inoltre alcune ricerche accademiche sull'ultima crisi finanziaria dimostrano che questo modello ha prodotto risultati migliori rispetto a molti altri tipi di proprietà.